Sarkozy in carcere da martedì, il figlio lancia un appello alla mobilitazione

Egidio Luigi

Ottobre 19, 2025

Nicolas Sarkozy, ex presidente della Repubblica francese, si prepara a entrare nella storia come il primo ex capo di Stato dell’Unione Europea a scontare una pena detentiva. Martedì 25 settembre 2025, Sarkozy varcherà le porte del carcere della Santé a Parigi, dove inizierà a scontare una condanna di cinque anni per il suo coinvolgimento in un caso legato alla Libia. L’ex inquilino dell’Eliseo continua a sostenere che questa sentenza rappresenti un errore giudiziario.

Intervista e dichiarazioni di Sarkozy

In un’intervista rilasciata a La Tribune Dimanche, l’ex presidente ha dichiarato: “Non ho paura della prigione. Terrò la testa alta, anche davanti alle porte della Santé”. Sarkozy ha assicurato che affronterà la detenzione “con dignità“. Nel frattempo, i suoi legali stanno preparando una richiesta di sospensione della pena in attesa dell’esito dell’appello.

Appello del figlio e manifestazione di sostegno

Il figlio di Sarkozy, Louis, ha invitato i sostenitori del padre a manifestare il proprio sostegno. “Martedì mattina, venite a esprimere il vostro sostegno davanti alla nostra casa”, ha scritto su X, lanciando un appello per una manifestazione di solidarietà.

Condizioni di detenzione

Allo stesso tempo, l’ex presidente francese sarà probabilmente rinchiuso in una delle quindici celle di isolamento del penitenziario parigino. Queste celle, di dimensioni ridotte, misurano circa nove metri quadrati e sono sorvegliate costantemente per evitare contatti con altri detenuti. Questa misura è stata adottata per garantire la sicurezza e prevenire la diffusione di immagini o video, dato che l’uso di telefoni cellulari è diffuso all’interno della struttura, nonostante i divieti. Durante la detenzione, Sarkozy avrà a disposizione un’ora d’aria al giorno, da solo, e potrà accedere, a turno, alla piccola palestra e alla biblioteca del carcere.

Decisione dei giudici e motivazioni

La decisione di incarcerare Sarkozy è stata presa dai giudici francesi il 25 settembre, senza attendere l’appello che era previsto prima dell’estate. Nelle motivazioni della sentenza, si sottolinea la “gravità eccezionale dei fatti”. Secondo l’accusa, l’ex presidente avrebbe permesso ai suoi collaboratori, Brice Hortefeux e Claude Guéant, di stabilire contatti con Tripoli per finanziare la campagna elettorale del 2007 con fondi provenienti dall’allora regime di Muammar Gheddafi. Sebbene non ci siano prove di “versamenti diretti”, la corte ha evidenziato “movimenti finanziari riconducibili alla Libia“.

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