Putin in Ungheria: un viaggio delicato e le strategie di Mosca per la sicurezza

Egidio Luigi

Ottobre 17, 2025

Il possibile incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump in Ungheria ha suscitato preoccupazioni significative, sia sul fronte diplomatico che su quello militare. Sebbene il Cremlino non abbia confermato ufficialmente né la data né il luogo dell’incontro, le dichiarazioni rilasciate indicano che i preparativi sono già in corso. A Mosca, si discute di “fasi” progressive, mirate a garantire che il presidente russo possa recarsi in Europa in totale sicurezza. Tuttavia, la questione su come Putin possa effettivamente raggiungere l’Ungheria, in un contesto di tensioni geopolitiche e conflitti in corso, rimane aperta.

Preparativi per il vertice tra Putin e Trump

La prima conferma ufficiale è giunta dalla Tass, dove il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha dichiarato che ci sono numerose questioni da affrontare, rendendo necessaria l’istituzione di team di negoziazione. Secondo le informazioni provenienti da Mosca, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov e il segretario di Stato americano Marco Rubio avvieranno i contatti preliminari, dando il via a una serie di colloqui bilaterali. Peskov ha aggiunto che i due leader si telefoneranno e si incontreranno per discutere vari argomenti. La preparazione del vertice avviene quindi per tappe, ma già ora la logistica gioca un ruolo fondamentale: come garantire il trasferimento del presidente russo in Europa senza esporlo a rischi?

Le sfide del volo diretto verso Budapest

Una delle opzioni più semplici sarebbe un volo diretto da Mosca a Budapest, ma la situazione è ben più complessa. Attualmente, lo spazio aereo ucraino è completamente chiuso ai voli civili, e le aree limitrofe, come la Moldavia e parte della Romania, presentano gravi problematiche per il traffico aereo, inclusi rischi di incidenti e attacchi. Le autorità europee e internazionali raccomandano di evitare questi corridoi a causa dell’elevato rischio di interferenze e attacchi aerei. Ogni Stato dell’Unione Europea ha la facoltà di decidere se concedere o meno il permesso di sorvolo a un aereo presidenziale russo, quindi Mosca dovrà negoziare rotte con paesi terzi, evitando di attraversare spazi aerei NATO potenzialmente ostili. Anche un volo apparentemente sicuro necessiterebbe di misure di sicurezza avanzate, come scorte militari e dispositivi anti-drone. Nonostante il mandato della Corte penale internazionale sia formalmente in vigore, non esiste un divieto automatico di viaggio per Putin, lasciando la decisione finale agli Stati.

Possibilità di un viaggio via terra

Un’alternativa sarebbe il viaggio via terra, partendo dal confine occidentale russo attraverso la Bielorussia, l’unico alleato diretto dell’Unione Europea. Da lì, l’ingresso in Europa potrebbe avvenire tramite Polonia o Slovacchia, ma solo con accordi speciali. Un’altra opzione, seppur meno probabile, prevede un trasferimento aereo verso un paese neutrale nei Balcani, come la Serbia. Tuttavia, ciò comporterebbe il sorvolo di spazi aerei complessi, esponendo il volo a rischi geopolitici elevati. In ogni scenario, Mosca dovrà attivare convogli blindati e pianificare dettagliatamente per garantire la sicurezza del trasferimento.

Strategia ibrida per il trasferimento di Putin

Secondo gli analisti, una delle soluzioni più plausibili potrebbe essere una strategia ibrida. Putin potrebbe atterrare in un aeroporto sicuro in una zona “amica”, come Belgrado o in una regione poco monitorata della Ungheria. Da lì, un trasferimento su strada, rapido e altamente protetto, lo condurrebbe al luogo dell’incontro. Questo modello ricorda l’incontro avvenuto in Alaska, dove Putin raggiunse la sede dell’incontro con Trump mantenendo il volo interamente all’interno dello spazio aereo russo. Tale approccio potrebbe fornire a Mosca un benchmark logistico replicabile.

Rischi geopolitici legati a un possibile attentato

Qualsiasi azione ostile contro Putin durante il viaggio potrebbe avere conseguenze geopolitiche enormi. Un attentato, anche solo tentato, darebbe al Cremlino il pretesto per intensificare le operazioni militari in Ucraina o per lanciare rappresaglie. Se l’attacco avvenisse su suolo europeo, si creerebbe una crisi diplomatica senza precedenti tra Mosca e i paesi coinvolti, compromettendo gli equilibri internazionali. Gli alleati di Kiev si troverebbero in difficoltà nel giustificare un’azione simile, che potrebbe violare il diritto internazionale.

Precedenti storici di leader sotto mandato in viaggio

Un caso noto è quello dell’ex presidente sudanese Omar al-Bashir, colpito da un mandato di arresto della Corte penale internazionale. Tra il 2009 e il 2018, ha effettuato numerosi viaggi internazionali, inclusi paesi membri della CPI. Gli Stati ospitanti giustificavano l’accoglienza per motivi di “interesse nazionale” o “immunità diplomatica”. Tuttavia, tali viaggi hanno sempre suscitato controversie. La situazione di Putin è ulteriormente complicata, considerando il conflitto attuale e le implicazioni globali.

Logistica del vertice in Alaska del 2025

Il vertice tra Trump e Putin che ha avuto luogo nel 2025 presso la Joint Base Elmendorf–Richardson ad Anchorage, ha rappresentato un esempio di organizzazione logistica. La scelta dell’Alaska non fu casuale, poiché è l’unico punto in cui Stati Uniti e Russia sono separati da poche decine di chilometri di mare. Putin raggiunse la sede dell’incontro partendo da Anadyr, mantenendo il volo all’interno dello spazio aereo russo. Questa configurazione ha permesso di garantire un alto livello di sicurezza e controllo, minimizzando i rischi di intercettazione.

Possibili paesi disposti a concedere il sorvolo

Teoricamente, i paesi che non impongono sanzioni severe o che mantengono relazioni aperte con Mosca potrebbero consentire il sorvolo di un aereo presidenziale russo. Tra questi vi sono Bielorussia, Serbia, Armenia e, in alcuni casi, anche Turchia. Tuttavia, i membri della NATO e dell’UE devono seguire linee guida comuni, e ogni eccezione potrebbe generare tensioni politiche. L’ottenimento di un’autorizzazione di sorvolo richiederebbe contatti diplomatici riservati, e ogni Stato ha il diritto di negare il permesso senza fornire motivazioni.

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