Ordigno esplosivo danneggia l’auto di Ranucci, avviate indagini dell’Antimafia

Marianna Perrone

Ottobre 17, 2025

I magistrati dell’antimafia di Roma stanno conducendo un’inchiesta riguardo a un grave episodio avvenuto a Pomezia nella serata del 16 ottobre 2025. Un ordigno rudimentale ha provocato la distruzione delle automobili di Sigfrido Ranucci, noto giornalista, e di sua figlia, che si trovavano parcheggiate davanti all’abitazione della famiglia.

Il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia, Carlo Villani, sotto la supervisione dell’aggiunto Ilaria Calò, ha avviato un procedimento per danneggiamento aggravato, in considerazione dell’uso di un metodo che potrebbe essere riconducibile a organizzazioni mafiose. Attualmente, i magistrati attendono le prime relazioni dalle forze dell’ordine che sono intervenute sul luogo dell’accaduto.

Dettagli sull’incidente a Pomezia

L’episodio ha avuto luogo nella serata del 16 ottobre, quando un ordigno di fattura artigianale è stato fatto esplodere, causando danni significativi ai veicoli di Ranucci. Le autorità locali sono state allertate immediatamente e hanno avviato le indagini per determinare le modalità e le motivazioni dietro a questo attacco. Il giornalista, noto per il suo impegno nel campo dell’informazione e della denuncia di attività illecite, è al centro di un’inchiesta che ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza e sulle minacce che i professionisti del settore possono affrontare.

Il fatto che l’attacco sia avvenuto in un contesto potenzialmente mafioso ha spinto i magistrati a considerare seriamente la possibilità che si tratti di un avvertimento. La DDA sta ora cercando di raccogliere prove e testimonianze che possano chiarire le circostanze dell’accaduto e identificare eventuali responsabili.

Reazioni e implicazioni

L’attacco ha suscitato una forte reazione sia nel mondo del giornalismo che nella società civile. Molti colleghi di Ranucci hanno espresso la loro solidarietà e preoccupazione per la crescente violenza contro i rappresentanti dei media. Questo episodio riaccende il dibattito sulla libertà di stampa e sulla necessità di garantire la sicurezza dei giornalisti, specialmente quelli che si occupano di inchieste su temi delicati come la criminalità organizzata.

Le autorità locali e nazionali sono chiamate a rispondere a questa situazione, rafforzando le misure di protezione per i giornalisti e aumentando gli sforzi nella lotta contro la mafia. La comunità di Pomezia, colpita da questo atto di violenza, si trova ora a riflettere sulle implicazioni di tali eventi e sull’importanza di un’informazione libera e sicura.

L’inchiesta prosegue, e gli sviluppi futuri saranno monitorati attentamente, sia dalle istituzioni che dall’opinione pubblica, che si aspetta risposte chiare e azioni concrete per prevenire ulteriori atti di intimidazione nei confronti dei professionisti del settore.

×