Sébastien Lecornu, il Ministro della Transizione Energetica, si trova nel suo ufficio di Palazzo Matignon a Parigi, dove il 15 gennaio 2025 ha affrontato un gruppo di giornalisti, telecamere e fotografi. Con un tono deciso, ha esortato tutti a concentrarsi sul lavoro e sul dibattito riguardante la manovra finanziaria. Dopo aver superato le mozioni di sfiducia presentate da La France Insoumise (LFI) e Rassemblement National (RN), Lecornu ha ottenuto un margine di vittoria di soli 18 voti, ma la strada da percorrere si preannuncia ardua. La manovra, che ammonta a 30 miliardi di euro, implica significativi tagli e sacrifici, mentre il Parlamento si trova in una situazione di mancanza di maggioranza.
Per garantire il supporto dei socialisti, che si sono distaccati dagli altri partiti di sinistra, Lecornu ha promesso di non ricorrere all’articolo 49.3 della Costituzione, il quale consente al governo di approvare leggi urgenti senza un dibattito approfondito. Questa decisione è cruciale, poiché i socialisti hanno mantenuto la loro posizione di non sostenere il governo se non ci fosse stata una chiara rottura con le politiche passate.
La situazione politica attuale
Il panorama politico in Francia è caratterizzato da una forte divisione. Lecornu, che ha definito se stesso come il “monaco soldato” di Emmanuel Macron, è riuscito a ottenere il sostegno dei membri del centro e dei Républicains, con solo una deputata che ha votato a favore della sfiducia. Nonostante ciò, il margine di 18 voti non offre una solida sicurezza per il futuro. La sinistra è frammentata e il Nuovo Fronte Popolare, che aveva unito diverse forze politiche nelle elezioni precedenti, non esiste più. I socialisti, mantenendo la loro promessa di non votare con i compagni di coalizione, hanno accolto con favore la sospensione della riforma delle pensioni, una decisione che ha portato sollievo a molti lavoratori vicini all’età pensionabile.
Olivier Faure, leader del Partito Socialista, ha avvertito che la fiducia accordata al governo non è garantita a tempo indeterminato. Durante l’esame della manovra finanziaria, che si protrarrà fino alla fine dell’anno, il PS intende combattere articolo dopo articolo. Una delle questioni centrali sarà la proposta di legge Zucman, che prevede una sovrattassa per l’1% della popolazione più ricca, diventata un simbolo della lotta della sinistra francese.
Le reazioni e le sfide future
Nella giornata del 15 gennaio, anche Emmanuel Macron è intervenuto per rassicurare i membri del suo partito, preoccupati per la decisione di sospendere la riforma delle pensioni. Macron ha riconosciuto il dolore e le difficoltà affrontate dai suoi sostenitori, sottolineando la necessità di un compromesso per garantire la stabilità del governo. Con l’inizio della discussione sulla manovra e sulla legge di bilancio della Sécurité sociale, si apre un nuovo capitolo per la Francia, che si trova a fronteggiare una situazione politica frammentata, emersa dopo il voto anticipato voluto da Macron nel giugno-luglio 2024.
Il Rassemblement National, guidato da Marine Le Pen, continua a mantenere una posizione di forza tra gli elettori, con sondaggi che lo indicano al 32-33% al primo turno. Tuttavia, durante la votazione sulla mozione di sfiducia, il partito è apparso isolato, con solo 5 deputati che lo hanno sostenuto. Mathilde Panot, capogruppo di LFI, ha espresso il desiderio di vedere Macron dimettersi, annunciando la presentazione di una nuova mozione per la sua destituzione. Nel frattempo, Jean-Luc Mélenchon ha lanciato un appello su X, invitando alla resistenza popolare e all’unità tra le forze progressiste.
