Nuova Flotilla diretta verso Gaza colpita in mare, Israele annuncia espulsioni imminenti

Marianna Perrone

Ottobre 8, 2025

La Freedom Flotilla Coalition ha reso noto che due delle nove imbarcazioni partite dall’Italia con destinazione Gaza sono state abbordate in acque internazionali, a circa 120 miglia nautiche dalla costa. I rappresentanti della missione hanno riferito che le forze israeliane avrebbero interrotto le comunicazioni e tentato di deviare le navi. A bordo delle imbarcazioni si trovano circa 250 operatori sanitari, tra cui sei italiani. “Almeno otto imbarcazioni militari stanno circondando la nostra flottiglia”, ha dichiarato la spedizione, diffondendo immagini da una telecamera di una delle barche che mostrano soldati armati. Finora non ci sono state conferme ufficiali da parte di Israele riguardo a questa operazione. La spedizione, nota come “Freedom Flotilla”, trasporta medicinali e personale medico destinati alla popolazione della Striscia di Gaza.

La rotta della flottiglia e l’obiettivo della missione

La missione umanitaria è partita dal porto di Otranto il 30 settembre 2025. La flottiglia è composta da nove imbarcazioni, tra cui la nave Conscience, incaricata di trasportare i medicinali. A bordo ci sono circa 250 medici e infermieri provenienti da diverse nazioni, con l’intento di fornire assistenza sanitaria alla popolazione civile palestinese. Questa iniziativa rientra nelle attività della Freedom Flotilla Coalition, già attiva in precedenti tentativi di inviare aiuti via mare a Gaza. Secondo quanto riportato dagli organizzatori, l’area di navigazione è vicina a quella dove, in passato, altre missioni simili hanno subito interventi militari da parte di Israele. L’intento dichiarato è quello di offrire aiuti umanitari in modo pacifico, cercando di superare il blocco navale imposto sul territorio.

Cosa è successo in mare secondo gli organizzatori

La Freedom Flotilla Coalition ha comunicato, attraverso i propri canali social, che “a circa 120 miglia nautiche da Gaza, Israele ha attaccato la spedizione”. Durante l’intervento, almeno due imbarcazioni sarebbero state abbordate e la maggior parte delle dirette streaming sarebbe stata interrotta. “L’esercito sta cercando di deviare la nostra rotta”, si legge nel comunicato. Le informazioni provengono esclusivamente dalle fonti della Flotilla e non ci sono conferme ufficiali da parte israeliana. Gli attivisti hanno descritto l’azione come avvenuta in acque internazionali. Alcuni media israeliani, nelle ore precedenti, avevano riportato che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) si stavano preparando a intervenire per fermare l’avanzata della spedizione.

Chi sono i sei italiani a bordo e quale ruolo hanno

Tra i membri dell’equipaggio della nave Conscience ci sono sei cittadini italiani: Riccardo Corradini, Francesco Prinetti, Vincenzo Fullone, Stefano Argenio, Claudio Torrero ed Elisabeth Di Luca. Secondo quanto comunicato dai promotori dell’iniziativa, si tratta di attivisti e volontari con esperienza nel settore medico e umanitario. I sei italiani sarebbero saliti a bordo in Puglia, insieme a colleghi provenienti da varie organizzazioni internazionali. Non è chiaro se qualcuno di loro si trovi tra le persone a bordo delle due imbarcazioni abbordate, né sono disponibili ulteriori dettagli sul loro stato. Le famiglie e le associazioni che collaborano con loro stanno seguendo gli sviluppi con attenzione e sono in contatto con le autorità diplomatiche italiane.

I precedenti: cosa è successo ad altre missioni dirette a Gaza

L’intercettazione di navi civili dirette a Gaza da parte della Marina israeliana non è un evento raro. Negli ultimi anni, la Freedom Flotilla Coalition e altre organizzazioni, come la Global Sumud Flotilla, hanno denunciato abbordaggi, sequestro di imbarcazioni e detenzioni temporanee degli attivisti coinvolti. Recentemente, oltre 450 persone provenienti da diverse nazioni sarebbero state fermate e deportate da Israele dopo aver partecipato a una missione simile. In quell’occasione, Israele aveva giustificato l’intervento per motivi di sicurezza legati al blocco marittimo imposto sulla Striscia. Tra i partecipanti, secondo fonti internazionali, figuravano anche volti noti come l’attivista svedese Greta Thunberg. Le condizioni di detenzione denunciate dagli organizzatori hanno suscitato critiche da parte di ONG e osservatori esterni. Israele, dal canto suo, ha affermato che molte delle navi bloccate in precedenza non trasportavano “aiuti significativi”.

Chi finanzia la Freedom Flotilla

La Freedom Flotilla Coalition si presenta come una rete internazionale della società civile, non legata a partiti politici o governi. Le operazioni sono finanziate principalmente da donazioni pubbliche e raccolte fondi autonome. In passato, sono emerse sovvenzioni parziali da enti statali, come quella dell’Agenzia Francese per lo Sviluppo alla piattaforma Freedom Flotilla III, ma gli organizzatori attuali affermano di godere di totale indipendenza e trasparenza.

Qual è il blocco navale imposto da Israele su Gaza

Israele mantiene un blocco marittimo intorno a Gaza, giustificandolo con motivazioni di sicurezza per prevenire il traffico di armi. Il diritto internazionale consente tali misure in contesti di conflitto armato, ma le ONG e le organizzazioni umanitarie contestano l’impatto umanitario, in particolare sulle forniture civili. Il blocco è al centro di numerose tensioni internazionali.

Chi sono le organizzazioni dietro la Global Sumud Flotilla

La Global Sumud Flotilla è un’iniziativa coordinata nel 2025 da diverse realtà internazionali, tra cui la Freedom Flotilla Coalition, il Global Movement to Gaza, Sumud Nusantara e altre. L’obiettivo è creare un fronte comune per rompere simbolicamente e logisticamente il blocco su Gaza. Le accuse di legami con Hamas sono state respinte dagli organizzatori.

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