Global Sumud Flotilla: divergenze tra governi europei e istituzioni Ue

Marianna Perrone

Ottobre 1, 2025

Un nuovo capitolo si apre nel panorama diplomatico europeo con la Global Sumud Flotilla, un’iniziativa navale di attivisti diretta verso Gaza, mirata a portare aiuti umanitari nonostante il blocco imposto da Israele. Gli organizzatori hanno segnalato che la Flotilla ha già affrontato episodi di disturbo in mare, inclusi attacchi con droni che, sebbene abbiano provocato danni a qualche imbarcazione, non hanno causato feriti gravi. La missione ha generato reazioni contrastanti tra i governi europei, con l’Italia che ha deciso di ritirare il supporto navale e richiamare all’interruzione, mentre altre capitali e Bruxelles oscillano tra la prudenza diplomatica e appelli per la protezione dei civili. Nel frattempo, i media internazionali, tra cui BBC, Guardian, Le Monde e Al Jazeera, seguono attentamente la situazione, evidenziando il rischio di una crisi in mare e il significato simbolico dell’iniziativa.

Italia: dalla scorta navale alla critica della missione

Nel mese di settembre 2025, l’Italia ha cambiato la propria strategia operativa riguardo la Global Sumud Flotilla. Inizialmente, il governo italiano aveva fornito una scorta con la fregata Alpino, ma ha successivamente deciso di non accompagnare la Flotilla oltre le 150 miglia nautiche da Gaza. Il premier Giorgia Meloni ha esortato gli attivisti a interrompere la loro missione, sostenendo che un confronto diretto con Israele potrebbe destabilizzare un fragile equilibrio regionale e ostacolare gli sforzi diplomatici per la pace. Il governo ha suggerito che gli aiuti umanitari siano scaricati in un porto a Cipro, da dove potrebbero essere trasferiti via terra nella Striscia di Gaza. Questa proposta, tuttavia, è stata rifiutata dai promotori della spedizione, che vedono la loro missione come un atto di solidarietà diretto. Le critiche all’operato del governo sono arrivate anche dalle forze di opposizione, le quali accusano l’esecutivo di allontanarsi da una causa umanitaria.

Spagna: supporto logistico e navale agli attivisti

La Spagna ha adottato una posizione decisamente più attiva a favore della Flotilla. Nel settembre 2025, il governo spagnolo ha inviato un’imbarcazione da Cartagena per assistere la missione, ufficialmente con compiti di salvataggio e protezione. Il ministro degli Esteri, José Manuel Albares, ha dichiarato che il dispiegamento spagnolo non rappresenta una minaccia per Israele, in quanto il suo obiettivo è puramente umanitario e mirato alla salvaguardia delle vite a bordo. Inoltre, Madrid è stata tra i 16 Paesi che hanno firmato un comunicato congiunto esortando a evitare attacchi contro la Flotilla e richiedendo il rispetto del diritto internazionale.

Germania: cautela diplomatica e richiami al diritto internazionale

La Germania ha mantenuto una posizione più cauta, evitando di impegnarsi direttamente con operazioni navali. Un portavoce del ministero degli Esteri tedesco ha sollecitato Israele a non utilizzare la forza contro la Flotilla, sottolineando l’importanza del rispetto del diritto internazionale marittimo. Nonostante questa prudenza, Berlino partecipa attivamente a discussioni europee che chiedono misure di protezione per i civili e trasparenza nelle operazioni in mare.

Francia: condanna di possibili attacchi, nessun impegno operativo

La Francia ha assunto una posizione più cauta limitandosi a dichiarazioni ufficiali. Il ministero degli Esteri ha condannato potenziali attacchi in mare contro la Flotilla, ribadendo la necessità di rispettare le convenzioni internazionali. Tuttavia, non ci sono state decisioni di impegno navale da parte di Parigi né un’adesione operativa esplicita alla missione. La strategia francese si concentra sull’approccio diplomatico, in stretto coordinamento con Bruxelles e gli altri partner europei.

Bruxelles e istituzioni europee: appelli alla sicurezza e tutela dei civili

La Commissione europea ha dichiarato che un uso della forza contro la Flotilla sarebbe “inaccettabile”, mostrando comprensione per le motivazioni umanitarie che guidano la missione. Il Parlamento europeo ha presentato interrogazioni formali per chiedere chiarimenti alla Commissione riguardo agli strumenti per proteggere i cittadini europei coinvolti e garantire la sicurezza nella consegna degli aiuti. Diverse ONG europee hanno chiesto agli Stati membri di condannare pubblicamente gli attacchi subiti dalla Flotilla e di sostenere l’iniziativa di protezione dei partecipanti.

Israele: il blocco navale e l’alternativa dei porti terzi

Israele ha ribadito che non permetterà alla Flotilla di avvicinarsi a Gaza, giustificando il blocco navale come misura di sicurezza. Le autorità israeliane hanno suggerito che gli aiuti possano essere scaricati in porti israeliani come Ashdod o in porti di Stati terzi come Cipro, per poi essere trasferiti via terra nella Striscia. Inoltre, il ministero degli Esteri israeliano ha accusato la Flotilla di essere finanziata da Hamas, un’accusa che gli organizzatori hanno respinto, definendola propaganda e ribadendo il carattere esclusivamente umanitario della missione. Fonti mediali indicano che Israele sta preparando un intervento navale con forze speciali, incluse operazioni congiunte, senza però manifestare l’intenzione di fermare tutte le unità della Flotilla.

I media internazionali: il caso Flotilla al centro dell’attenzione globale

La copertura mediatica internazionale ha dato una rilevanza molto maggiore alla vicenda rispetto ai media italiani. Testate come BBC, Al Jazeera, The Guardian e Le Monde hanno pubblicato articoli approfonditi sulla missione, mettendo in evidenza i rischi di possibili scontri in mare, l’impatto simbolico dell’evento e le crescenti tensioni diplomatiche. Le Monde ha descritto gli attacchi con droni e oggetti sganciati come “una violenza senza precedenti in mare” contro una missione civile. AP News ed Euronews hanno documentato gli interventi navali italiani e spagnoli, le richieste europee di trasparenza e le critiche alla militarizzazione del blocco israeliano. In Italia, la narrazione ufficiale ha prevalso, dando spazio principalmente alle dichiarazioni del governo e alle implicazioni interne, con un minore approfondimento sul contesto internazionale e sugli aspetti meno noti del conflitto.

×