Elezioni parlamentari in Moldova: confronto acceso tra sostenitori europei e russi

Marianna Perrone

Settembre 27, 2025

Domenica 28 settembre 2025, i cittadini della Moldova si preparano a recarsi alle urne per eleggere i 101 deputati del nuovo Parlamento, un evento che si preannuncia cruciale per il futuro politico e geopolitico del Paese. La campagna elettorale ha messo in luce una netta divisione tra le forze politiche filo-europee e quelle orientate verso Mosca, riflettendo le tensioni esistenti nella regione.

Le forze politiche in competizione

Il Partito azione e solidarietà (Pas), attualmente al governo e sostenuto dalla presidente Maia Sandu, si sta concentrando su riforme e sulla lotta alla corruzione. In contrapposizione, il Blocco patriottico, guidato dagli ex presidenti Igor Dodon, esponente del socialismo, e Vladimir Voronin, del partito comunista, propone un avvicinamento alla Russia e critica l’esecutivo per le difficoltà economiche che la Moldova sta affrontando.

In campo anche il Blocco alternativa del sindaco di Chisinau, Ion Ceban, il quale si presenta come filo-europeo ma con posizioni più moderate, sebbene includa alcune figure controverse. Il partito di Renato Usatii, “Il Partito nostro”, avanza un programma antisistema e populista, mentre diversi candidati indipendenti cercano di attrarre il voto di protesta. Le ultime rilevazioni indicano un testa a testa tra Pas e il Blocco patriottico, con il 24,9% e il 24,7% delle intenzioni di voto, rispettivamente.

Il Blocco alternativa si attesta attorno al 7-8% e “Il Partito nostro” al 5-6%. Altre analisi suggeriscono che i due principali schieramenti possano raggiungere complessivamente il 34-36% degli elettori decisi, confermando che il risultato finale dipenderà dalla mobilitazione degli indecisi e dal tasso di affluenza alle urne.

Il voto della comunità moldava all’estero

Il voto della diaspora moldava avrà un’importanza particolare in queste elezioni, storicamente favorevole alle forze filo-europee. Per la prima volta, i moldavi residenti in dieci Paesi avranno la possibilità di votare per corrispondenza, mentre all’estero sono stati attivati oltre 300 seggi. Tuttavia, il contesto è reso complesso dai tentativi di influenza e dalle campagne di disinformazione attribuite alla Russia.

La Commissione elettorale centrale (Cec) ha deciso di non autorizzare la società iData a realizzare exit poll, sollevando dubbi riguardo le fonti di finanziamento e la capacità di condurre l’indagine con risorse proprie. L’esito finale delle elezioni rimane incerto: il Pas potrebbe mantenere la posizione di primo partito senza raggiungere la maggioranza assoluta, mentre il Blocco patriottico sembra intenzionato a sfruttare il malcontento sociale. I partiti minori e i candidati indipendenti potrebbero quindi rivelarsi determinanti nei negoziati per la formazione della futura coalizione. Queste elezioni si configurano come un momento decisivo per il percorso europeo della Moldova e per gli equilibri geopolitici nella regione.

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