Un 79enne ligure, affetto da una grave patologia neurodegenerativa, ha trovato la morte in Svizzera, dove ha potuto avvalersi del suicidio medicalmente assistito. Questo tragico evento è avvenuto dopo il diniego ricevuto dall’Azienda Sanitaria Locale, che ha negato la richiesta dell’uomo di accedere a questa forma di fine vita. A sostenerlo nel suo percorso sono state Roberta Pelletta e Cinzia Fornero, membri di Soccorso Civile, un’associazione dedicata all’assistenza di persone malate che desiderano porre fine alle proprie sofferenze all’estero, presieduta da Marco Cappato.
Malattia e comunicazione limitata
Il 79enne soffriva di una malattia neurodegenerativa progressiva e irreversibile, che ha comportato una completa perdita della capacità di parlare e gravi difficoltà motorie. La comunicazione avveniva esclusivamente tramite gesti e, con grande fatica, utilizzando un tablet. La sua condizione richiedeva assistenza quotidiana continua, e, oltre alla malattia principale, l’uomo soffriva anche di tromboembolia polmonare, che lo costringeva a una terapia continua e a utilizzare l’ossigeno durante il sonno.
Il rifiuto dell’Asl
In una nota ufficiale di Soccorso Civile si evidenzia che, nonostante le gravi condizioni di salute, il Servizio Sanitario della Regione Liguria ha ritenuto che l’anziano non fosse dipendente da alcun trattamento di sostegno vitale. Questa condizione è fondamentale per poter accedere legalmente alla morte volontaria assistita in Italia, come stabilito dalla sentenza “Cappato-Antoniani” 242/2019 della Corte Costituzionale. L’uomo aveva presentato la richiesta di verifica delle condizioni necessarie nel mese di febbraio 2025. Dopo le visite della commissione medica, il diniego era arrivato nel mese di maggio.
Il ricorso all’associazione Coscioni
Dopo il rifiuto dell’Asl, l’anziano si è rivolto all’Associazione Luca Coscioni, assistito dal gruppo legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo. Ha presentato un’opposizione alla decisione dell’Asl, chiedendo una rivalutazione del requisito del trattamento di sostegno vitale, alla luce della giurisprudenza costituzionale che definisce cosa debba intendersi per sostegno vitale. Nuove visite mediche sono state effettuate a luglio, ma l’anziano non ha mai ricevuto risposta. Non volendo attendere ulteriormente in condizioni di sofferenza intollerabile, ha quindi deciso di recarsi in Svizzera per accedere al suicidio assistito.