Tensioni tra Stati Uniti e Venezuela: Maduro annuncia “lotta armata”, Trump minaccia abbattimenti di aerei

Egidio Luigi

Settembre 6, 2025

Il confronto tra gli Stati Uniti e il Venezuela ha raggiunto un nuovo apice di tensione. Dopo che i jet venezuelani hanno sorvolato per due giorni consecutivi una nave della Marina americana, il presidente Donald Trump ha minacciato di abbattere gli aerei militari di Caracas in caso di manovre considerate “pericolose”. Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha risposto con un messaggio televisivo, in cui da un lato invita al dialogo, dall’altro annuncia che il Paese è pronto a una “fase di lotta armata” per difendere la propria sovranità. Questo episodio si colloca all’interno di un contesto più ampio di accuse reciproche, dispiegamenti militari e accuse di narcotraffico, che aggravano ulteriormente le relazioni bilaterali.

I sorvoli dei jet e l’avvertimento di Trump

La situazione di tensione è esplosa quando due caccia F-16 venezuelani hanno sorvolato a breve distanza la USS Jason Dunham, una nave da guerra americana impegnata in operazioni di pattugliamento nel Mar dei Caraibi. Funzionari del Pentagono hanno dichiarato che non è stato possibile verificare se i velivoli fossero armati, ma hanno etichettato il gesto come “altamente provocatorio”. In risposta, il presidente Trump ha dichiarato che qualsiasi aereo che minacciasse la sicurezza delle forze statunitensi sarebbe stato abbattuto, innalzando immediatamente il livello di allerta tra i due Paesi.

La risposta di Maduro: difesa armata ma appello al dialogo

Nicolás Maduro, in un messaggio trasmesso dalle principali emittenti venezuelane, ha negato che le divergenze con Washington possano giustificare un conflitto armato, sostenendo la necessità di avviare un dialogo. Tuttavia, ha avvertito che il Paese è pronto a una “fase di lotta armata” in caso di aggressione militare. Durante un evento con la milizia popolare, il presidente ha parlato di una “risposta pianificata e organizzata di tutto il popolo” per difendere la sovranità nazionale. Caracas interpreta la strategia statunitense come parte di una politica di “regime change violento” che, secondo Maduro, minaccia la stabilità di tutta l’America Latina.

Accuse di narcotraffico e la taglia miliardaria su Maduro

Le tensioni tra i due Paesi sono ulteriormente alimentate dalle accuse di narcotraffico mosse dagli Stati Uniti contro il governo di Caracas. Washington ha innalzato a 50 milioni di dollari la taglia sulla cattura di Maduro, considerato al vertice di un cartello noto come “Cartel de los Soles”. Il leader venezuelano ha respinto con fermezza tali accuse, affermando che il Paese non produce né coca né cocaina e rivendicando i progressi ottenuti nella lotta al narcotraffico, riconosciuti da organismi internazionali. Secondo Caracas, le imputazioni americane hanno finalità politiche e servono a giustificare un’azione ostile contro il governo.

Dispiegamento militare Usa nei Caraibi

Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti hanno intensificato la loro presenza militare nella regione caraibica, ufficialmente per contrastare il traffico di droga. Navi da guerra, sottomarini e aerei da pattugliamento sono stati schierati nelle acque internazionali, mentre migliaia di militari sono stati mobilitati in basi strategiche. Caracas ha interpretato questi movimenti come una minaccia diretta alla propria sicurezza nazionale. La situazione è stata ulteriormente aggravata da un’operazione americana contro un’imbarcazione sospettata di narcotraffico, durante la quale diversi membri di un gruppo criminale attivo nella regione sarebbero stati uccisi. Maduro ha definito l’operazione una “messa in scena” destinata a giustificare nuove pressioni.

Le ragioni profonde dello scontro

L’attuale escalation è il risultato di una serie di questioni interconnesse: l’accusa americana che lega il governo venezuelano a reti criminali transnazionali, la storica contrapposizione ideologica tra Washington e il chavismo e la volontà statunitense di ridimensionare l’influenza del regime di Caracas nella regione. Maduro denuncia un tentativo di nuovo cambio di governo imposto dall’esterno e punta sulla mobilitazione della popolazione come baluardo contro ogni ipotesi di intervento. La contrapposizione tra le due nazioni si è così trasformata in un braccio di ferro in cui la diplomazia sembra sempre più marginalizzata.

La crescente tensione non coinvolge solo Stati Uniti e Venezuela, ma rischia di destabilizzare l’intera regione. Alcuni governi latinoamericani esprimono preoccupazione per le implicazioni di un eventuale conflitto, con possibili effetti disastrosi in termini economici e sociali. Esperti di diritto internazionale sollevano dubbi sulla legittimità delle operazioni militari statunitensi in acque internazionali, evidenziando il rischio di violazioni del diritto internazionale. Nel frattempo, la mobilitazione interna in Venezuela porta con sé un rafforzamento del controllo militare sulla società, con potenziali conseguenze per le istituzioni democratiche del Paese.

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