La giustizia della Bolivia ha recentemente annullato un ulteriore procedimento penale ‘ordinario’ nei confronti dell’ex presidente ad interim Jeanine Áñez, aprendo la strada a un nuovo processo che si svolgerà davanti alla Corte Suprema. Questa decisione è stata presa il 15 gennaio 2025 e riguarda il caso ‘Sacaba’, che è connesso alla morte di civili durante le manifestazioni del 2019.
Tribunale anticorruzione e competenze legali
Il Tribunale anticorruzione di Cochabamba ha dichiarato la propria incompetenza riguardo al caso, ordinando la trasmissione degli atti alle autorità competenti secondo quanto stabilito dalla legge 044, che si applica agli alti funzionari di Stato. Questa azione ha comportato la scarcerazione dei detenuti coinvolti, compresa Jeanine Áñez. Tuttavia, la ex presidente non potrà tornare in libertà, poiché è attualmente in carcere a causa di una condanna a dieci anni inflitta nel 2022 nel processo ‘Colpo di Stato II’. In quel caso, è stata giudicata colpevole di essersi insediata illegalmente al vertice del Paese dopo le dimissioni di Evo Morales, avvenute a seguito di manifestazioni violente che, secondo le forze conservatrici sostenitrici di Áñez, denunciavano presunti brogli elettorali. Al contrario, il presidente in carica Luis Arce e i leader del Movimento al Socialismo (Mas) hanno sempre considerato quegli eventi come un vero e proprio colpo di stato.
Decisioni recenti e revisione dei processi
Recentemente, un altro tribunale ha emesso una decisione simile riguardo al caso ‘Senkata’, anch’esso legato ai decessi avvenuti durante le proteste del 2019. Dalla vittoria dei partiti di centro e destra alle elezioni politiche del 17 agosto 2024, la Corte Suprema ha avviato una revisione dei processi e dei termini delle detenzioni preventive di Jeanine Áñez e di altri leader dell’opposizione, tra cui Luis Fernando Camacho e Marco Pumari, che sono stati già rilasciati dopo l’annullamento di quattro procedimenti a loro carico.