WhatsApp e Telegram si sono espressi con fermezza contro le restrizioni imposte dal governo russo sulle chiamate vocali. Il 15 gennaio 2025, Meta, l’azienda madre di WhatsApp guidata da Mark Zuckerberg, ha denunciato i tentativi del governo russo di limitare l’accesso alla propria applicazione di messaggistica. Secondo Meta, WhatsApp è un servizio privato, caratterizzato da una robusta crittografia end-to-end, che si oppone a qualsiasi forma di ingerenza governativa che comprometta il diritto degli utenti a comunicare in sicurezza. La società ha dichiarato: “Ci impegniamo a garantire che la comunicazione rimanga protetta e che la crittografia end-to-end sia accessibile a tutti, compresi gli utenti in Russia“.
Posizione di telegram
Parallelamente, anche Telegram ha preso posizione in merito. Il 15 gennaio 2025, l’amministratore delegato Pavel Durov ha rilasciato una dichiarazione all’agenzia Afp, in cui ha evidenziato l’impegno della piattaforma nella lotta contro l’uso improprio del servizio. Durov ha sottolineato che Telegram è attivamente coinvolta nella rimozione di contenuti dannosi, inclusi messaggi che incitano al sabotaggio, alla violenza e alle frodi. Ogni giorno, milioni di contenuti inappropriati vengono eliminati per garantire un ambiente più sicuro per gli utenti.
Conflitto tra aziende e governi
Queste posizioni di WhatsApp e Telegram evidenziano il crescente conflitto tra le aziende tecnologiche e i governi che cercano di esercitare un controllo sulle comunicazioni digitali. Le due piattaforme hanno ribadito il loro impegno a proteggere la privacy degli utenti e a mantenere la libertà di espressione, anche in contesti difficili come quello russo. La situazione in Russia rappresenta un esempio emblematico delle sfide che le aziende di comunicazione devono affrontare in un panorama globale sempre più complesso.
