Raid su un campo di giornalisti: cinque vittime tra i reporter di Al Jazeera. Netanyahu: ‘Libereremo Gaza da Hamas’

Marianna Perrone

Agosto 11, 2025

Cinque membri dello staff di Al Jazeera, tra cui due giornalisti e tre operatori, hanno perso la vita a Gaza. L’incidente, avvenuto il 5 gennaio 2025, è stato descritto dal canale satellitare come un attacco mirato israeliano contro una tenda che ospitava giornalisti a Gaza City. Nel frattempo, il governo israeliano continua a portare avanti il suo piano d’attacco a Gaza, nonostante le forti critiche internazionali.

Il primo ministro israeliano e le sue dichiarazioni

Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha dichiarato: “Non voglio prolungare la guerra, voglio farla finire. Israele non ha altra scelta se non completare il lavoro e distruggere Hamas.” Sotto pressione per le critiche che provengono sia da fonti internazionali sia da manifestazioni interne, Netanyahu ha convocato due conferenze stampa, una per la stampa estera e una per i media locali, per illustrare la nuova offensiva militare, mirata a occupare Gaza City, definita come “capitale del terrore”.

Le conferenze e le reazioni di Hamas

Durante le conferenze, Netanyahu ha tentato di respingere le accuse di infliggere sofferenze alla popolazione civile della Striscia di Gaza. “Aprite gli occhi sulle menzogne di Hamas,” ha affermato il premier, mentre una scritta con la stessa frase era visibile alle sue spalle. In risposta, Hamas ha negato le affermazioni di Netanyahu, definendole una serie di bugie.

Il Consiglio di Sicurezza e le dichiarazioni di Netanyahu

Nelle stesse ore, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito a New York per discutere il piano israeliano, definito “l’ennesima pericolosa escalation” che potrebbe aggravare una catastrofe umanitaria di proporzioni inimmaginabili. Netanyahu ha ribadito che l’obiettivo non è occupare Gaza, ma liberarla da Hamas. Ha dichiarato che l’esercito ha ricevuto l’ordine di “smantellare le ultime due roccaforti del gruppo terroristico, a Gaza City e nei campi centrali,” e ha promesso che i civili potranno lasciare in sicurezza le zone di combattimento per raggiungere aree designate dove riceveranno assistenza.

Le accuse di Netanyahu e la situazione degli aiuti

Il primo ministro ha anche respinto le accuse di voler affamare i palestinesi, sostenendo che Israele ha distribuito “2 milioni di tonnellate di aiuti” dall’inizio del conflitto. Ha accusato l’ONU di non aver facilitato la consegna degli aiuti e i media internazionali di credere alla propaganda di Hamas. Netanyahu ha ventilato l’idea di fare causa al New York Times per aver pubblicato una foto di un bambino malato di Gaza, sostenendo che la situazione di denutrizione fosse dovuta al blocco degli aiuti da parte di Israele.

Il piano militare e le reazioni in Israele

Il piano militare presentato da Netanyahu è descritto come “il modo più rapido per porre fine alla guerra.” Dopo il conflitto, ha affermato, la Striscia sarà governata da “un’amministrazione civile pacifica e non israeliana,” escludendo sia Hamas che l’Autorità Nazionale Palestinese. In risposta alla decisione della Germania di sospendere l’invio di armi a Israele, Netanyahu ha dichiarato che il cancelliere Friedrich Merz ha ceduto a pressioni esterne.

Le manifestazioni contro l’operazione

Tuttavia, decine di migliaia di israeliani si sono opposti all’operazione, manifestando nelle piazze di Tel Aviv e Gerusalemme. I familiari degli ostaggi, preoccupati per la sicurezza dei loro cari, hanno indetto uno sciopero generale per il 7 gennaio 2025, chiedendo la fine della guerra.

Attacco a Gaza: giornalisti di Al Jazeera uccisi

Fonti palestinesi hanno confermato che due giornalisti di Al Jazeera sono stati uccisi durante un attacco aereo contro una tenda per giornalisti situata di fronte all’ospedale Shifa, nel quartiere Rimal di Gaza City. I giornalisti deceduti sono Muhammad Karika e Anas al-Sharif, noti per il loro lavoro nella Striscia di Gaza. Secondo il canale Al-Aqsa di Hamas, almeno quattro persone sono state uccise nell’attacco, mentre altre sono rimaste ferite.

Le Forze Armate Israeliane (IDF) hanno comunicato di aver eliminato Anas al-Sharif, definendolo “giornalista-terrorista” attivo nella zona di Gaza City. In una nota, il portavoce dell’IDF ha affermato che al-Sharif mascherava la sua identità e operava come capo di una cellula di Hamas, promuovendo attacchi contro Israele. La dichiarazione evidenziava anche che l’IDF aveva già fornito informazioni di intelligence riguardo al suo coinvolgimento con l’organizzazione terroristica.

Al Jazeera ha confermato la morte di due dei suoi corrispondenti e due cameraman, dichiarando che anche un quinto operatore, Moamen Aliwa, è stato ucciso nell’attacco mirato. Il canale ha espresso la propria condanna per la perdita di vite umane tra i suoi membri, sottolineando l’importanza della sicurezza dei giornalisti che operano in zone di conflitto.

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