Almeno cinque palestinesi hanno perso la vita a Gaza dall’alba del 2 dicembre 2025, a causa degli attacchi condotti dall’Esercito israeliano (Idf). Secondo quanto riportato da Al Jazeera, che cita fonti mediche, quattro civili sono stati uccisi nel centro di Khan Yunis, situato nel sud della Striscia. Un ulteriore palestinese è stato colpito mortalmente e diversi altri sono rimasti feriti in un attacco israeliano rivolto a civili in attesa di aiuti umanitari nei pressi del corridoio di Netzarim, nella Striscia di Gaza centrale, come confermato da fonti dell’ospedale Al-Awda.
Minacce di crisi politica in Israele
Il 2 dicembre 2025, durante la riunione del Gabinetto di sicurezza, il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, ha lanciato un ultimatum al governo, minacciando di far cadere l’esecutivo e di indire nuove elezioni. L’incontro, come riportato dall’emittente pubblica Kan e dal Times of Israel, è stato convocato per discutere le strategie future riguardanti le operazioni militari a Gaza. Smotrich ha dichiarato: “Dal mio punto di vista, possiamo fermare tutto e lasciare che sia il popolo a decidere”.
Attualmente, la coalizione di governo dispone di soli 60 seggi su 120 nella Knesset, il Parlamento israeliano. Questa situazione si è aggravata nelle ultime settimane, quando l’alleanza United Torah Judaism ha abbandonato il governo, seguita dal deputato di estrema destra Avi Maoz. È importante notare che le elezioni possono essere indette solo se i partiti politici concordano nel votare per la caduta del governo in carica.
Smotrich ha espresso una critica pubblica inusuale nei confronti del primo ministro Benjamin Netanyahu, affermando di aver “perso la fiducia che Netanyahu possa e voglia guidare l’esercito israeliano verso la vittoria”. Queste dichiarazioni evidenziano una crescente frattura all’interno della coalizione di governo e potrebbero portare a una crisi politica significativa in Israele, in un contesto già teso a causa delle operazioni militari in corso a Gaza.
