She: un documentario esplora il lavoro delle operaie nel ‘modello Vietnam’

Marianna Perrone

Agosto 9, 2025

Nel polo industriale di Bac Ninh, in Vietnam, la vita quotidiana dei lavoratori è segnata da rigide regole e un controllo maniacale. Qui, dove operano circa 100.000 persone, otto su dieci sono donne, impegnate in turni di lavoro estenuanti e soggette a una sorveglianza costante. La situazione è stata documentata nel film “She”, diretto da Parsifal Reparato e presentato il 9 agosto 2025 durante la Semaine de la Critique del Locarno Film Festival.

La vita nel polo industriale

Nel contesto di Bac Ninh, le lavoratrici si trovano a fronteggiare un ambiente di lavoro asfissiante, dove ogni piccolo errore viene registrato e sanzionato. Le regole sono severe: il personale deve mantenere un comportamento impeccabile, con controllori pronti a filmare anche la più piccola imperfezione. Le unghie troppo lunghe possono portare a verbali e la comunicazione tra colleghi è vietata. Questa realtà è il risultato di un sistema che, secondo Reparato, ha affinato lo sfruttamento delle lavoratrici, rendendolo quasi invisibile.

Il documentario e il suo messaggio

Il regista Parsifal Reparato, che da oltre un decennio studia il contesto lavorativo vietnamita, ha collaborato con Michela Cerimele ed Emma Ferulano per la stesura del film. “She” si sviluppa su tre piani narrativi che offrono uno sguardo profondo sulla vita delle operaie. Il primo piano esplora il sobborgo in cui vivono, con le loro abitazioni e i negozi gestiti da ex lavoratrici. Il secondo piano si concentra sulla famiglia Tứ, residente in un villaggio montano remoto. Infine, il terzo piano presenta un laboratorio performativo in cui le donne ricreano le dinamiche della fabbrica, affrontando i traumi del lavoro e rompendo il silenzio su temi tabù.

Le protagoniste del documentario

Le protagoniste sono giovani donne, di età compresa tra i 18 e i 25 anni, che si trovano a vivere lontano dai propri cari, in un contesto dominato dalla pressione e dall’ansia. Una di loro ha dichiarato che le più giovani tendono a essere obbedienti e non osano contraddire i superiori. “She” riesce a trasmettere un messaggio potente, evidenziando la necessità di esprimere sentimenti e opinioni, qualcosa di impossibile da fare nel contesto lavorativo. La rappresentazione di momenti di autocoscienza e condivisione tra le lavoratrici richiama le pratiche dei movimenti femministi degli anni ’60 e ’70, portando alla luce la ricerca di una voce in un ambiente oppressivo.

Il film di Reparato non solo documenta una realtà difficile, ma invita anche a riflettere su un modello industriale che, come afferma il regista, è destinato a diventare un esempio globale, rappresentando l’industria 4.0. La lotta per la dignità e il riconoscimento delle lavoratrici di Bac Ninh continua, e il documentario “She” si propone come un’importante testimonianza di questa battaglia.

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