Gurbanguly Berdymukhamedov ha governato il Turkmenistan per anni, fino al 2022, quando il figlio Serdar ha preso il suo posto, portando con sé pochi cambiamenti significativi per la popolazione. Durante il suo lungo mandato, Berdymukhamedov ha utilizzato il video come mezzo di propaganda, con episodi memorabili come il sollevamento pesi in un incontro governativo nel 2018. Tuttavia, uno dei momenti più noti è avvenuto nel 2019, quando ha voluto smentire le voci sulla sua morte esibendosi in manovre audaci con un veicolo 4×4 vicino alla famosa Porta dell’inferno, un cratere fiammeggiante nel deserto, diventato simbolo di un disastro ambientale e attrazione turistica. Sebbene inizialmente Berdymukhamedov avesse cercato di chiudere la Porta nel 2010, ha infine accettato la sua notorietà . Con l’ascesa al potere del figlio Serdar, si prospetta ora la chiusura definitiva di questo fenomeno.
Il “bagliore del karakum”
La Porta dell’inferno è un enorme cratere di 70 metri di diametro e 20 metri di profondità , dalle cui profondità si sprigionano fiamme ininterrottamente sin dagli anni Settanta. Situata nel cuore del Turkmenistan, si trova a metà strada tra la capitale e Dashoguz, la terza città più grande del Paese. L’area circostante è prevalentemente desertica, dato che il deserto del Karakum occupa tre quarti della nazione. Nonostante l’apparente aridità , sotto la sabbia si celano risorse di gas naturale, fondamentali per l’economia turkmena. La Porta dell’inferno è stata accidentalmente creata nel 1971, quando i sovietici, nel tentativo di esplorare giacimenti di petrolio, hanno scoperto un grande giacimento di gas naturale, che ha portato alla combustione incontrollata.
La nascita della porta
Negli anni Settanta, un gruppo di geologi russi è stato inviato nel deserto del Karakum per cercare giacimenti di petrolio. Durante le operazioni, una piattaforma di perforazione ha provocato il collasso del terreno, rivelando un giacimento di gas naturale pericoloso per la popolazione locale. Per evitare rischi, i geologi hanno deciso di dare fuoco al gas, pensando che si sarebbe consumato rapidamente. Tuttavia, i calcoli si sono rivelati errati e le fiamme che si sono sprigionate sono continuate a bruciare per oltre cinquant’anni, dando vita alla Porta dell’inferno.
Un nome iconico
Il nome “Porta dell’inferno” è stato scelto dai circa trecento abitanti del vicino insediamento di “Derweze”, che significa “porta” in turkmeno. Questi residenti, per lo più seminomadi della tribù Tekke, sono stati colpiti dall’odore della combustione e dalle fiamme visibili a chilometri di distanza. La Porta ha attratto sempre più turisti, nonostante il governo tentasse di promuoverla con il più amichevole appellativo di “bagliore del Karakum”. Con il passare del tempo, l’attrattiva della Porta è diminuita, portando la famiglia Berdymukhamedov a considerare nuovamente l’idea di spegnere il fuoco, proposta già avanzata nel 2022.
Il futuro della porta
Tre anni fa, la proposta di chiudere la Porta non ha avuto seguito, ma ora sembra che il momento sia finalmente giunto. Le ragioni sono molteplici, a partire dalla diminuzione dell’appeal turistico. A dicembre 2024, sono stati attivati due pozzi che hanno incrementato l’estrazione di gas nella zona, riducendo l’intensità delle fiamme di oltre tre volte rispetto al 2013. Oggi, le fiamme sono visibili solo nelle vicinanze, trasformando l’iconica Porta in una brace arancione, meno affascinante per i turisti che vi si recavano. La chiusura della Porta potrebbe avere ripercussioni sul turismo, ma i benefici economici per il Turkmenistan potrebbero superare i danni.
Impatto ambientale ed economico
Sebbene il governo non fornisca dati ufficiali, i satelliti hanno rivelato che il Turkmenistan è uno dei maggiori emettitori di metano al mondo, confermato anche dall’Agenzia Internazionale per l’Energia nel 2024. La chiusura della Porta è giustificata anche da motivazioni economiche. Come affermato da Berdymukhamedov nel 2022, “si stanno perdendo materie prime preziose”. Tuttavia, risolvere la questione della chiusura si sta rivelando complesso, come indicato da fonti anonime di Turkmengaz, che hanno spiegato che il flusso di gas è influenzato dalla presenza di strati densi d’acqua, rendendo difficile controllare il fenomeno.
Le nuove frontiere del turismo turkmeno
Il turismo in Turkmenistan subirà un cambiamento significativo con la chiusura della Porta, ma la famiglia Berdymukhamedov spera di attrarre visitatori attraverso l’architettura delle città , in particolare ad Ashgabat. La capitale è stata trasformata per cercare di entrare nel Guinness dei primati, con un numero record di fontane e strutture imponenti, come la ruota panoramica coperta più grande del mondo e l’edificio della televisione nazionale turkmena, il più grande a forma di stella. Con la chiusura della Porta, il Turkmenistan si prepara a un nuovo capitolo nel suo sviluppo turistico.
