Un episodio controverso ha scosso la Danimarca, dove la statua monumentale denominata “Big Mermaid”, situata nei pressi del forte di Dragør, a sud di Copenaghen, è stata al centro di un acceso dibattito. La scultura rappresenta una sirena nuda in una chiave contemporanea, suscitando reazioni contrastanti tra i cittadini. Alcuni l’hanno definita “pornografica” e “inadeguata” per il contesto storico in cui si trova. Nonostante la denuncia per oscenità sia stata archiviata dalla polizia, l’Agenzia per i palazzi e la cultura ha deciso di rimuovere la statua, giustificando la scelta con motivazioni legate all’incompatibilità con il sito. Questo episodio ha dato vita a una discussione più ampia sulla censura e sull’evoluzione del concetto di decoro pubblico in Danimarca.
Le accuse di oscenità e il dibattito pubblico
Il caso ha preso piede quando un cittadino danese ha presentato una denuncia formale contro la “Big Mermaid”, sostenendo che la statua fosse offensiva e inappropriata per un luogo di valore culturale come il forte di Dragør, una struttura militare costruita nel 1910. Alta sei metri e pesante quattordici tonnellate, la scultura è stata installata nel marzo 2024 come parte di un progetto di arte pubblica. Le critiche si sono concentrate sul corpo nudo della sirena e sulle sue forme generose, ritenute da alcuni come una rappresentazione inappropriata e lontana dall’immagine fiabesca della “Sirenetta” di Edvard Eriksen, simbolo della capitale danese. Tra i critici più vocali si è distinto l’esperto d’arte Mathias Kryger, che ha definito l’opera “brutta e pornografica”, mentre la pastora luterana Sørine Gotfredsen ha affermato che la statua promuove un ideale corporeo irrealistico e offensivo. Nonostante l’archiviazione della denuncia, le autorità hanno ritenuto necessario intervenire a livello amministrativo.
La rimozione della statua e le motivazioni ufficiali
Nei giorni scorsi, l’Agenzia danese per i palazzi e la cultura ha annunciato la decisione di rimuovere la statua dal sito di Dragør. Pur negando qualsiasi contenuto osceno nell’opera, l’agenzia ha motivato la propria scelta con la necessità di preservare la coerenza storica e architettonica del forte, affermando che la statua non rispecchiava il carattere culturale del luogo. Questa decisione ha sorpreso molti, dato che l’autore dell’opera, lo scultore Peter Bech, aveva offerto di donarla al Comune per garantirne la permanenza e l’accessibilità al pubblico. “Non capisco questa reazione”, ha dichiarato Bech, sottolineando che la sua opera celebra la femminilità e la potenza dell’acqua, senza l’intenzione di provocare. Il dibattito si è intensificato sui media, con l’opinione pubblica divisa tra chi sostiene la libertà dell’arte e chi richiede un approccio più moderato nello spazio pubblico.
Arte e censura: un dibattito oltre i confini nazionali
La controversia legata alla “Big Mermaid” ha riacceso un dibattito più ampio in Danimarca riguardo all’arte, alla rappresentazione del corpo e alla censura. Molti osservatori hanno notato che l’opera è stata valutata non tanto per il suo valore artistico, quanto per lo shock culturale derivante dalla sua distanza estetica dalla “Little Mermaid”, icona turistica del Paese. Mentre quest’ultima incarna l’innocenza del personaggio fiabesco ispirato da Hans Christian Andersen, la “sorella maggiore” è stata concepita come una figura forte e anticonvenzionale. Alcuni critici d’arte avvertono che la rimozione della statua potrebbe costituire un pericoloso precedente, in cui l’estetica viene censurata anziché riflettuta. Il dibattito ha attratto l’attenzione di osservatori internazionali e dei media globali. La rimozione della statua è prevista nelle prossime settimane, ma rimane da chiarire quale sarà la sua futura collocazione e se la discussione avrà un impatto duraturo sulla percezione pubblica dell’arte contemporanea.
La “Big Mermaid”: un’opera tra provocazione e significato
La “Big Mermaid” è una scultura monumentale realizzata dallo scultore danese Peter Bech, situata nei pressi del Dragør Fort, a sud di Copenaghen. Questa statua, scolpita in pietra grigia, rappresenta una sirena nuda dalle forme generose, alta circa sei metri e pesante oltre quattordici tonnellate. Concepite come una reinterpretazione contemporanea della celebre “Sirenetta” di Edvard Eriksen, simbolo della capitale danese, l’opera mira a rappresentare un ideale femminile che sfida i canoni tradizionali: potente, mitico e volutamente fuori scala. Secondo l’autore, il progetto intendeva “celebrare la donna come creatura indomabile”, rompendo con le tradizioni estetiche più convenzionali. Fin dalla sua installazione, la statua ha suscitato opinioni contrastanti: da un lato, coloro che ne apprezzano il messaggio artistico e sociale; dall’altro, chi la critica per la sua presunta volgarità e l’inadeguatezza al contesto storico del sito militare. Con la decisione delle autorità di rimuoverla, resta da vedere quale sarà la nuova collocazione dell’opera e come questa vicenda influenzerà il dibattito sull’arte contemporanea in Danimarca.
