Controversia sulle ong: il principe Harry si libera dalle accuse di bullismo

Marianna Perrone

Agosto 6, 2025

Nessun comportamento inadeguato, né bullismo o misoginia. Il 15 gennaio 2025, la Charity Commission, l’ente britannico che supervisiona le organizzazioni caritative, ha completamente scagionato il principe Harry, secondogenito di re Carlo III, dalle accuse sollevate nei mesi precedenti riguardo alla gestione di Sentebale. Questa fondazione, fondata dal duca di Sussex in memoria dell’impegno della madre, lady Diana, si dedica all’assistenza dei bambini affetti dal virus dell’HIV in Lesotho e Botswana.

L’inchiesta e le dimissioni

L’inchiesta era stata avviata in seguito alle dimissioni annunciate da Harry e dal principe ereditario del Lesotho, che avevano deciso di abbandonare il loro ruolo di patroni dell’organizzazione. Le loro dimissioni erano state accompagnate da polemiche nei confronti della presidente, Sophie Chandauka, ex manager e avvocata d’affari, accusata di avere un approccio autoritario e di cattiva gestione. In risposta, Chandauka aveva rilasciato diverse interviste, definendo “tossico” il comportamento del principe Harry, sostenendo di aver subito atti di bullismo, misoginia e sessismo da parte di membri del consiglio di amministrazione a lui vicini.

Valutazione dell’inchiesta

L’inchiesta, che Harry aveva accolto con favore, ha portato a una valutazione approfondita della situazione. Il principe ha definito le accuse di Chandauka come “spudorate bugie”, evidenziando la sua posizione di difesa.

Verdetto finale

Il verdetto finale ha escluso qualsiasi evidenza di comportamenti inappropriati sia da parte del principe Harry che dei membri del consiglio direttivo, così come della presidente. Quest’ultima, pertanto, rimarrà al suo posto per il momento. Tuttavia, la commissione ha espresso critiche nei confronti di entrambe le parti, sottolineando che lo scandalo pubblico era frutto di divergenze di opinione e incompatibilità personali, piuttosto che di comportamenti scorretti.

Situazione attuale

La situazione rimane complessa, ma il verdetto della Charity Commission segna un punto di svolta significativo nella controversia che ha coinvolto la fondazione e i suoi membri.

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