Il conflitto in Medioriente ha raggiunto un nuovo capitolo, segnando il giorno 669 dall’inizio delle ostilità . Secondo un alto funzionario dell’ufficio del primo ministro d’Israele, Benjamin Netanyahu, la decisione di occupare l’intera Striscia di Gaza è stata ufficialmente presa. Questa informazione è stata riportata da Channel 12, il quale ha citato la fonte. La dichiarazione evidenzia che “Hamas non rilascerà altri ostaggi senza una resa totale e noi non ci arrenderemo. Se non agiamo ora, gli ostaggi moriranno di fame e Gaza resterà sotto il controllo di Hamas“.
Nel contesto di questa escalation, il media israeliano Ynet ha rivelato che l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, avrebbe dato il consenso all’operazione militare, sottolineando che sia gli Stati Uniti che Israele concordano sul fatto che Hamas non sia interessato a un accordo di pace. Aggiungendo ulteriore tensione alla situazione, l’esercito israeliano ha annunciato la cancellazione dello stato d’emergenza bellica in vigore dal 7 ottobre, il quale prevedeva l’estensione obbligatoria del servizio di riserva per i soldati di leva regolare di altri quattro mesi. Questa decisione porterà a un alleggerimento del personale militare, con una riduzione già prevista nelle prossime settimane.
Il comunicato è arrivato pochi minuti dopo che un rappresentante di Netanyahu ha espresso una dura critica al capo di stato maggiore, Eyal Zamir, affermando che se non fosse d’accordo con l’occupazione totale di Gaza, dovrebbe dimettersi.
Aiuti umanitari in entrata a Gaza
Nel frattempo, la situazione umanitaria a Gaza continua a deteriorarsi. Decine di camion carichi di aiuti sono finalmente riusciti a entrare nella Striscia, ma centinaia di persone sono ancora in attesa di ricevere cibo e beni di prima necessità . La crisi alimentare sta colpendo duramente la popolazione, con molti che si trovano in condizioni disperate.
Le organizzazioni umanitarie stanno facendo del loro meglio per fornire assistenza, ma l’accesso è complicato dalle condizioni di sicurezza instabili e dalla continua violenza. Le immagini dalla Striscia mostrano lunghe file di persone in attesa di ricevere assistenza, evidenziando la gravità della situazione. La comunità internazionale sta monitorando da vicino gli sviluppi, ma le tensioni rimangono elevate, rendendo difficile ogni tentativo di stabilire un corridoio umanitario sicuro.
Colloqui diplomatici tra Stati Uniti e Regno Unito
Il segretario di Stato degli Stati Uniti, Marco Rubio, ha recentemente avuto un colloquio con il ministro degli Esteri britannico, David Lammy. Durante la conversazione, entrambi i funzionari hanno discusso della situazione critica a Gaza e degli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco, nonostante le difficoltà poste da Hamas.
Il dipartimento di Stato ha reso noto che i due leader hanno concordato sulla necessità di riportare a casa gli ostaggi e di affrontare le crescenti preoccupazioni umanitarie. Inoltre, si sono espressi sulla guerra tra Russia e Ucraina, sottolineando l’urgenza di porre fine al conflitto. Rubio e Lammy hanno anche ribadito il loro impegno a garantire che l’Iran non sviluppi né acquisisca mai un’arma nucleare, evidenziando la complessità delle attuali dinamiche geopolitiche.
La situazione in Medioriente rimane tesa e incerta, con molteplici attori coinvolti che cercano di navigare in un contesto di conflitto e crisi umanitaria.
