La decisione del Pentagono di ritirare la maggior parte delle truppe della Guardia Nazionale da Los Angeles segna un cambiamento significativo nel dispiegamento militare nella città . Questo annuncio è avvenuto nel mese di ottobre 2025, mentre l’amministrazione Trump continua a ridurre la presenza militare, considerata da molti come un’operazione di teatro politico. La sindaca di Los Angeles e il governatore della California hanno accolto con favore la notizia, definendo gli schieramenti militari precedenti come “illegali”.
Dettagli del ritiro delle truppe
Secondo le informazioni fornite dal portavoce del Pentagono, Sean Parnell, circa 1.350 soldati stanno lasciando Los Angeles, mentre un contingente di circa 250 rimarrà in città con l’obiettivo di “proteggere il personale e le proprietà federali”. Questo ritiro segue un precedente ridimensionamento della presenza militare avvenuto all’inizio di ottobre, quando il Pentagono aveva già ordinato il ritiro di 2.000 membri della Guardia Nazionale. La decisione di ridurre il numero di soldati schierati in città arriva dopo mesi di tensioni e manifestazioni.
Contesto delle manifestazioni
Le manifestazioni a Los Angeles erano state innescate da raid federali contro gli immigrati irregolari nello stato. Nel mese di giugno, il presidente Donald Trump aveva ordinato l’invio di circa 4.000 soldati della Guardia Nazionale della California e 700 Marines in servizio attivo a supporto delle forze dell’ordine locali. L’obiettivo principale di questa mossa era quello di contenere le proteste e mantenere l’ordine pubblico. Tuttavia, la situazione è rapidamente evoluta, portando al ritiro dei Marines dalla città il 21 luglio.
Le autorità locali hanno espresso preoccupazione per l’uso della forza militare in situazioni civili, ritenendo che tali misure non facciano altro che alimentare ulteriormente le tensioni tra le comunità e il governo. Con il ritiro delle truppe, si spera che la situazione a Los Angeles possa tornare alla normalità e che le autorità possano affrontare le problematiche legate all’immigrazione attraverso il dialogo e non attraverso l’uso della forza.
