Ieri, 12 marzo 2025, diverse città del Brasile hanno visto scendere in piazza sindacati, movimenti studenteschi e organizzazioni di sinistra in segno di protesta contro l’aumento dei dazi doganali imposto dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La manifestazione principale si è tenuta davanti al consolato generale statunitense a San Paolo, sebbene, secondo quanto riportato dal quotidiano Folha de S.Paulo, la partecipazione sia stata limitata.
Partecipazione e simbolismo della protesta
I partecipanti hanno indossato manette e maschere raffiguranti l’ex presidente Jair Bolsonaro e Donald Trump. Durante la protesta, sono stati bruciati fantocci che rappresentavano entrambi i leader, accompagnati dalla bandiera americana. Altri manifestanti hanno scelto di indossare abiti simili a quelli delle uniformi carcerarie, un chiaro riferimento al processo in corso contro Bolsonaro per presunto tentativo di colpo di Stato. Le critiche si sono ampliate anche verso l’applicazione recente di sanzioni nei confronti del giudice della Corte Suprema, Alexandre de Moraes, in base alla legge Magnitsky.
Dichiarazioni e obiettivi della manifestazione
Bianca Borges, presidente dell’Unione Nazionale Studentesca (Une), ha rilasciato dichiarazioni alla CNN, definendo l’aumento dei dazi come un “ricatto economico contro il nostro Paese”. Ha inoltre sottolineato che l’obiettivo della manifestazione è quello di “difendere la sovranità nazionale“, evidenziando il forte sentimento di opposizione a misure che, secondo i manifestanti, minacciano l’autonomia del Brasile.
Contesto e significato della protesta
La situazione attuale, caratterizzata da tensioni politiche e economiche, ha spinto molti cittadini a esprimere il proprio dissenso in un contesto già delicato. La protesta di ieri rappresenta un chiaro segnale della volontà dei brasiliani di opporsi a decisioni che percepiscono come ingiuste e dannose per il futuro del loro Paese.