Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, dal mese di maggio del 2025, ben 1.373 persone sono state uccise mentre cercavano di ricevere aiuti umanitari a Gaza. La situazione nella Striscia continua a deteriorarsi, con un numero crescente di vittime tra i civili.
Visita dell’inviato della Casa Bianca a Gaza
Il 24 luglio 2025, l’inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, ha visitato il centro di distribuzione degli aiuti umanitari della Gaza Foundation a Rafah, nel sud della Striscia. Durante la sua visita, Witkoff è stato accompagnato dall’ambasciatore statunitense in Israele, Mike Huckabee. I media israeliani hanno documentato l’arrivo del convoglio, mostrando una folla di palestinesi in attesa della distribuzione dei pacchi alimentari.
Piano di aiuti e incontro con i residenti
La Casa Bianca ha comunicato che il duo ispezionerà i siti di distribuzione per definire un piano volto a incrementare la fornitura di cibo e incontrare i residenti locali. Questo incontro ha l’obiettivo di raccogliere informazioni dirette sulla grave situazione che vivono i cittadini di Gaza. Successivamente, Witkoff e Huckabee informeranno il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, prima dell’approvazione del nuovo piano di aiuti.
Denunce di violazioni dei diritti umani
Nel frattempo, la ONG Human Rights Watch ha denunciato che le forze israeliane hanno aperto il fuoco sui civili palestinesi in cerca di aiuti, configurando tali atti come gravi violazioni del diritto internazionale e crimini di guerra. Secondo l’organizzazione, tra il 27 maggio e il 31 luglio 2025, almeno 859 palestinesi sono stati uccisi mentre tentavano di ricevere assistenza nei siti gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation, con la maggior parte delle vittime attribuibili all’esercito israeliano.
Belkis Wille, vicedirettrice per le crisi e i conflitti di Human Rights Watch, ha affermato che le forze israeliane stanno deliberatamente affamando la popolazione civile e uccidendo chi cerca cibo. Ha descritto il sistema di distribuzione degli aiuti come militarizzato e imperfetto, trasformando la distribuzione in un’esperienza tragica. La nota conclude esortando gli Stati a esercitare pressione su Israele affinché cessi l’uso della forza letale e consenta una distribuzione di aiuti umanitari non ostacolata.
Attacco dei coloni a Susiya, nel sud di Hebron
Il 23 luglio 2025, l’agenzia di stampa palestinese Wafa ha riportato un attacco violento da parte di coloni israeliani nel villaggio di Susiya, situato a sud di Hebron, in Cisgiordania. Durante l’incidente, i coloni hanno incendiato un veicolo appartenente a attivisti stranieri, oltre a danneggiare cisterne d’acqua e diverse abitazioni, inclusa una che ospitava volontari internazionali.
L’attivista Osama Makhamera ha riferito che coloni armati provenienti da un avamposto illegale nelle vicinanze hanno assaltato il villaggio. Durante l’attacco, gli aggressori avrebbero spruzzato un gas non identificato all’interno di una casa, dove si trovavano membri della famiglia Shareiteh e diversi attivisti internazionali. Inoltre, sono stati lanciati molotov e pietre contro un’altra abitazione, ma gli abitanti sono riusciti a spegnere l’incendio prima che si propagasse, evitando feriti.
Attacchi dell’IDF su Gaza, 10 palestinesi uccisi
Fonti ospedaliere hanno riportato che, a partire dall’alba del 24 luglio 2025, almeno 10 palestinesi sono stati uccisi a seguito di attacchi condotti dall’Esercito israeliano (IDF) su Gaza. Queste informazioni sono state confermate da Al Jazeera, che ha anche comunicato che due delle vittime erano in attesa di aiuti umanitari nei pressi del Corridoio di Morag, a sud di Khan Younis. L’attacco ha provocato anche oltre 70 feriti.
