L’omaggio di Laika ad Awdah, icona della resistenza palestinese

Egidio Luigi

Luglio 31, 2025

La scorsa notte, il quartiere Garbatella di Roma ha ospitato una significativa commemorazione in onore di Awdah Kathaleen, l’attivista palestinese noto per il suo lavoro nel documentario vincitore del Premio Oscar “No Other Land”. Kathaleen, tragicamente ucciso da un colono israeliano nel villaggio di Masafer Yatta, ha ispirato la street artist italiana Laika, che ha affisso un nuovo poster intitolato “Awdah”.

Un’opera significativa in piazza

L’opera, collocata in Piazza Sauli, ritrae il volto dell’attivista ed è ricca di simboli legati alla causa palestinese. Laika ha spiegato: “Ho voluto rendere omaggio, a modo mio, a una persona straordinaria che ha difeso la propria terra pagando con la vita”. La scelta di esporre l’opera in una commemorazione pubblica, alla presenza di amici, attivisti e compagni di lotta di Awdah, sottolinea il legame profondo tra l’attivista e la comunità romana, che ha accolto Awdah durante i suoi viaggi nella capitale.

Indignazione per la situazione in Palestina

Laika ha anche espresso la sua indignazione riguardo alla situazione attuale in Palestina, affermando: “Quello che sta accadendo in Palestina è inaccettabile. Ancora più grave è il silenzio dei governi europei. L’Occidente sta consentendo, in modo sistematico, la cancellazione di un intero popolo, che ha diritto a vivere in pace e con dignità”.

Commenti di un’attivista presente

Durante l’affissione del poster, era presente anche Micol Meghnagi, attivista e amica di Awdah, che ha commentato la situazione con toni forti. “Ad Umm Al Khair hanno proibito anche la sua commemorazione, il diritto a piangere un attivista infaticabile, un padre, un marito. È così che agisce l’occupazione israeliana: priva i palestinesi della propria dignità anche da morti; deumanizza la perdita, il dolore, l’amore. È per questo che lo abbiamo commemorato a Roma”.

Una denuncia accorata

Laika ha concluso la serata con una denuncia accorata: “Come può uno Stato che ha causato la morte di oltre 60.000 persone, tra cui 18.000 bambini, che affama quasi due milioni di esseri umani, espropria terre e lascia impuniti crimini come quello di Awdah, essere ancora definito ‘l’unica democrazia del Medio Oriente‘?”. La serata ha rappresentato un momento di riflessione profonda e un richiamo alla responsabilità collettiva nei confronti della causa palestinese.

×