Nuove tensioni si sono verificate tra la Thailandia e la Cambogia questa mattina, segnando il quarto giorno di scontri armati. Questo conflitto è emerso nonostante i tentativi di mediazione da parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che aveva espresso la sua disponibilità a facilitare un cessate il fuoco tra le due nazioni.
Conflitto tra thailandia e cambogia
I due Paesi, entrambi situati nel Sud-est asiatico e noti per le loro attrazioni turistiche, stanno vivendo uno dei conflitti più drammatici degli ultimi anni. Le ultime stime parlano di almeno 34 vittime accertate e oltre 200.000 persone costrette a lasciare le proprie abitazioni. Questa mattina, si sono intensificati gli scontri di artiglieria nei pressi di due antichi templi, contesi da tempo, situati lungo il confine tra la Thailandia sudorientale e la Cambogia settentrionale. La portavoce del ministero della Difesa cambogiano, Maly Socheata, ha riferito che le forze thailandesi hanno iniziato a bombardare le aree circostanti i templi alle 4.50 del mattino, ora locale, corrispondente a poco prima della mezzanotte in Italia.
Mediazione e accuse reciproche
L’appello di Donald Trump ha portato il premier ad interim thailandese, Phumtham Wechayachai, a dichiarare di aver raggiunto un accordo di principio per un cessate il fuoco e per avviare colloqui di pace “il prima possibile”. Tuttavia, le accuse reciproche tra i due Paesi continuano a complicare la situazione. Il Ministero degli Esteri thailandese ha denunciato che le forze cambogiane avrebbero aperto il fuoco contro abitazioni civili nella provincia di Surin. Dal canto suo, Maly Socheata ha negato le accuse e ha accusato la Thailandia di “aggressioni deliberate e coordinate”. Inoltre, la Cambogia ha sollevato preoccupazioni riguardo all’uso di munizioni a grappolo da parte thailandese, mentre Bangkok ha risposto accusando Phnom Penh di attacchi mirati contro ospedali.
Aumento delle tensioni
Questi scontri rappresentano un significativo aumento delle tensioni tra due nazioni che condividono un confine lungo 800 chilometri, caratterizzato da ampie aree contese. La situazione resta incerta, con entrambe le parti che sembrano lontane da una risoluzione pacifica.
