Lunedì mattina, il padre di Michele ha denunciato che l’autopsia del figlio è stata eseguita in modo affrettato e senza il coinvolgimento della famiglia. Secondo quanto dichiarato, nel caso di un’autopsia d’ufficio, le autorità competenti dovrebbero contattare i familiari o le autorità consolari. Tuttavia, la famiglia non è stata informata di niente e si è trovata di fronte alla procedura già avvenuta. Successivamente, un perito, identificato a Maiorca, ha suggerito che l’autopsia necessitava di ulteriori accertamenti. Nella notte, sono stati effettuati una risonanza magnetica e una tomografia computerizzata per ottenere maggiori informazioni. Attualmente, la famiglia è in attesa dei risultati di questi esami.
La fiducia nella magistratura
Giuseppe Noschese, il padre di Michele, ha espresso la sua fiducia nel lavoro della magistratura spagnola, affermando di essere certo che le indagini procederanno in modo corretto e tempestivo. La preoccupazione principale della famiglia è legata alla possibilità che il giovane fosse armato, come suggerito in un recente comunicato della Guardia Civil. Noschese ha dichiarato che se le autorità hanno trovato armi, queste dovrebbero essere state analizzate per identificare eventuali impronte digitali. In caso contrario, ha espresso dubbi sulla veridicità della narrazione fornita dalla controparte.
La ricerca di risposte
La situazione rimane delicata e la famiglia di Michele continua a cercare risposte, sperando che le indagini possano chiarire le circostanze della morte del ragazzo. La comunità locale e i media seguono con attenzione gli sviluppi di questo caso, che ha suscitato un ampio dibattito sulla gestione delle indagini in situazioni simili.
