Donald Trump ha avviato il processo di ritiro degli Stati Uniti dall’UNESCO, accusando l’organizzazione delle Nazioni Unite di avere tendenze anti-americane e anti-israeliane, oltre a promuovere un’agenda definita “woke”. La notizia è stata riportata dal New York Post, il quale ha sottolineato che nel mese di febbraio 2025, il presidente statunitense aveva disposto una revisione della partecipazione americana all’UNESCO, della durata di tre mesi. Durante questo periodo, i funzionari dell’amministrazione hanno sollevato dubbi riguardo alle politiche dell’organizzazione in merito a diversità , equità e inclusione, evidenziando anche presunti pregiudizi a favore della Palestina e della Cina.
Le motivazioni del ritiro
La decisione di Trump di ritirarsi dall’UNESCO si basa su una serie di critiche rivolte all’operato dell’organizzazione. Secondo un funzionario della Casa Bianca, le politiche dell’UNESCO avrebbero mostrato una chiara inclinazione verso posizioni che non riflettono gli interessi americani. In particolare, il presidente ha messo in discussione l’impegno dell’UNESCO nella promozione di valori che, secondo lui, non sono in linea con quelli degli Stati Uniti. La revisione di tre mesi ha avuto l’obiettivo di valutare se la partecipazione americana all’UNESCO fosse vantaggiosa o meno, e ha portato a queste conclusioni negative.
Durante questo periodo, i funzionari hanno esaminato vari aspetti delle politiche dell’organizzazione, inclusa la sua posizione nei conflitti internazionali e il modo in cui affronta le questioni legate ai diritti umani e alla libertà di espressione. La percezione di un bias pro-palestinese è stata un punto cruciale nella decisione di ritiro, con i rappresentanti dell’amministrazione che hanno sottolineato come l’UNESCO non abbia sempre sostenuto le posizioni americane in merito al conflitto israelo-palestinese.
Le conseguenze del ritiro
Il ritiro degli Stati Uniti dall’UNESCO potrebbe avere ripercussioni significative non solo per l’organizzazione stessa, ma anche per le relazioni internazionali. Gli Stati Uniti, essendo uno dei principali finanziatori dell’UNESCO, hanno un’influenza considerevole sulle politiche e sulle decisioni dell’ente. La mancanza di supporto americano potrebbe portare a una diminuzione delle risorse e a una riduzione dell’impatto delle iniziative promosse dall’organizzazione.
Inoltre, la decisione di Trump potrebbe influenzare altri paesi a riconsiderare la loro partecipazione all’UNESCO, creando un effetto domino che potrebbe minare l’efficacia dell’organizzazione nel promuovere la cultura, l’istruzione e la scienza a livello globale. La comunità internazionale sta osservando attentamente gli sviluppi di questa situazione, consapevole delle implicazioni che un simile ritiro potrebbe avere su questioni cruciali come la cooperazione culturale e la tutela del patrimonio mondiale.
La posizione degli Stati Uniti in seno all’UNESCO rimane un tema di dibattito acceso, con opinioni contrastanti su come il ritiro possa influenzare il futuro dell’organizzazione e le relazioni diplomatiche a livello globale.
