“Pensavano fossi lesbica”: la confessione sincera di Roberta Bruzzone

Marianna Perrone

Luglio 20, 2025

Roberta Bruzzone, nota criminologa e psicologa forense italiana, ha recentemente confessato di essere stata vittima di stereotipi basati sul suo stile di vita libero e anticonformista. Alcuni pensavano fosse lesbica durante l’adolescenza, a causa del suo spirito ribelle e della passione per sport, moto e indipendenza.

Un’adolescenza da “maschiaccio”

Da adolescente era un vero tornado: sportiva, determinata, amante della moto. Ha dichiarato:

“Se essere determinata a fare solo ciò che mi piaceva significava essere un maschiaccio, allora sì, lo ero. Molto poco addomesticata, poco docile, per questi aspetti forse poco femminile”.

Questa forte identità, lontana dalle norme femminili tradizionali, ha portato molte persone a immaginarla lesbica — etichetta che però non ha mai sentito sua.

L’identità prima delle etichette

Bruzzone ha sempre manifestato un forte distacco dalle etichette e dai preconcetti. L’essere “libera” e anticonvenzionale ha plasmato non solo la sua vita personale, ma anche il modo in cui lavora. È una professionista precisa, spigolosa, non incline alla frase fatta: caratteristiche che ne hanno definito l’immagine pubblica.

Il nuovo progetto contro le relazioni tossiche

A settembre, la criminologa lancerà un chatbot con intelligenza artificiale pensato per supportare chi si trova in relazioni manipolatorie. Questo strumento sarà basato sulla sua voce, sui suoi metodi e completato da esperti umani in caso di emergenze emotive. L’obiettivo è offrire aiuto concreto e immediato, frutto della sua esperienza sul campo e personale.

Amore e teatro: l’autopsia del dolore

Nel suo ultimo spettacolo teatrale, “Amami da morire”, Bruzzone analizza un amore finito, portando in scena un’autopsia sentimentale. Ha raccontato di una relazione tossica vissuta dopo la perdita della nonna, durata due anni: il primo pieno di attenzioni, il secondo di svalutazioni e manipolazioni emotive. Una storia personale che diventa lezione e avvertimento per il suo pubblico.

Donne, motori e indipendenza

Appassionata di motori, Roberta guida una Ducati e due Harley, ama la libertà che ne deriva. Insieme al marito, ex comandante NOCS, suona in una band rock come voce e chitarra. Ha affermato che la sfida più grande – più della carriera o delle relazioni – resta la paura della malattia.

Una voce credibile anche per la comunità LGBTQ+

Pur non identificandosi come lesbica, Bruzzone esprime sostegno alla comunità LGBTQ+: si è dichiarata favorevole alle adozioni gay, pur mantenendo una posizione contraria all’utero in affitto. Il suo racconto mette in luce come le percezioni possano essere influenzate da stereotipi, mentre l’identità personale resta complessa e autentica.

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