Gli Stati Uniti hanno deciso di interrompere le proroghe e di fissare una data definitiva per la trattativa commerciale con l’Europa. Il segretario al Commercio americano, Howard Lutnick, ha dichiarato che il 1° agosto 2025 rappresenta una scadenza vincolante per l’applicazione dei dazi. Nonostante questa posizione ferma, Lutnick ha mostrato ottimismo, affermando: “Sono fiducioso che troveremo una soluzione. Credo che tutti questi Paesi chiave capiranno che è meglio aprire i loro mercati agli Stati Uniti piuttosto che pagare dazi significativi“. Queste parole segnano l’inizio di un conto alla rovescia critico, con l’Europa che si prepara a intensificare i negoziati nei prossimi dieci giorni, convinta che l’imposizione di dazi sarebbe dannosa per entrambe le parti. Tuttavia, l’Unione Europea è consapevole della necessità di prepararsi a un possibile fallimento delle trattative, mantenendo un approccio cauto.
Situazione attuale dell’unione europea
La situazione attuale vede l’Unione Europea in una fase di attesa, seguendo il noto adagio inglese: “Hope for the best, prepare for the worst”. I funzionari europei si trovano in un limbo, cercando di bilanciare la speranza di un accordo con la necessità di essere pronti a una rottura finale con l’amministrazione di Donald Trump. Nonostante non sia stata convocata alcuna riunione formale del Coreper, ci sono indicazioni che i rappresentanti dei 27 Paesi membri potrebbero incontrarsi tra martedì e mercoledì per discutere un piano di misure da attuare in caso di mancato accordo con gli Stati Uniti.
Impegno della commissione europea
I portavoce della Commissione Europea continuano a ribadire il loro impegno nei negoziati, affermando che tutti i team tecnici e politici sono attivamente coinvolti. Inoltre, il confronto ai massimi livelli sarà costante, anche durante la missione della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, in Giappone e Cina. Questo viaggio è visto come complementare ai negoziati commerciali con gli Stati Uniti. Un portavoce ha anche sottolineato che il dialogo con Washington non ostacola la collaborazione con altri partner che condividono valori simili, come India, Regno Unito, Canada, Australia e Giappone. Le misure attualmente sul tavolo includono potenziali dazi per 21 miliardi di euro, già approvati e pronti a scattare il 6 agosto 2025, in risposta alle tariffe sui metalli, oltre a un’ulteriore lista di 72 miliardi di euro di prodotti.
Discussione sull’attivazione del bazooka
Un aspetto chiave della discussione è l’eventuale attivazione del cosiddetto “bazooka“, uno strumento anti-coercizione considerato una misura estrema. Sebbene il suo utilizzo appaia improbabile al momento, continua a creare tensioni tra i membri dell’Unione Europea, dividendo le opinioni tra i falchi e le colombe. I Paesi più inclini a utilizzare questa misura drastica includono Francia, Spagna, Austria e Danimarca, pronte a rispondere con fermezza alle azioni del presidente americano. Dall’altra parte, l’Italia, la Germania, la Polonia e i Paesi baltici si mostrano più cauti, con l’Italia che cerca di mantenere un ruolo di interlocutore privilegiato con Washington. Infine, l’Ungheria di Viktor Orban, nota per la sua opposizione a Bruxelles e la sua vicinanza a Trump, rappresenta un’ulteriore variabile in questo complesso scenario commerciale.