L’eco delle controversie legate a Jeffrey Epstein continua a gravare su Donald Trump, creando nuove tensioni all’interno della Casa Bianca. Il 3 gennaio 2025, il Wall Street Journal ha rivelato l’esistenza di una lettera datata 2003, inviata da Trump all’ex finanziere in occasione del suo cinquantesimo compleanno. Questa missiva, considerata oscena e ambigua, mette in luce i legami tra i due uomini e ha scatenato la furia del tycoon. Nella sua reazione, Trump ha tentato invano di bloccare la pubblicazione del documento, per poi intentare una causa contro il Wall Street Journal, News Corp e il magnate dei media Rupert Murdoch, accusandoli di diffamazione e calunnia.
La reazione di Trump
Trump ha descritto la lettera come un falso, affermando: “Non l’ho scritta io. Non sono le mie parole.” Dopo la pubblicazione, il presidente ha annunciato la causa tramite il suo profilo su Truth, dichiarando di attendere con interesse la testimonianza di Murdoch. Ha anche richiesto alla ministra della Giustizia, Pam Bondi, di rendere pubbliche “tutte le testimonianze pertinenti del gran giurì, previa approvazione della Corte”, in riferimento ai documenti riguardanti il caso Epstein. Tuttavia, esperti legali avvertono che le possibilità di ottenere l’autorizzazione del giudice per la diffusione di tali materiali sono scarse, e anche se fosse concessa, si tratterebbe solo di una frazione dei documenti già raccolti dall’FBI e dal Dipartimento di Giustizia.
Le polemiche sulla lettera
La lettera, che ha suscitato un’ondata di polemiche, è giunta in un momento in cui la Casa Bianca è già sotto pressione per la gestione del caso Epstein. Trump ha attaccato i democratici, accusandoli di aver creato una “bufala Epstein” e di non aver utilizzato prove schiaccianti contro di lui durante i quattro anni di controllo sui dossier. La missiva, caratterizzata da una firma di Trump accompagnata da un disegno provocatorio, ha sollevato interrogativi sulla trasparenza dell’amministrazione e sulla veridicità delle indagini condotte.
Il sostegno a Trump
Nel frattempo, il sostegno per Trump tra i suoi seguaci, in particolare quelli all’interno del movimento Maga, sembra intensificarsi. Steve Bannon, figura di spicco tra i fedelissimi del presidente, ha dichiarato che ora Trump sta attaccando “i suoi veri nemici”. Altri sostenitori, come Laura Loomer, hanno chiesto l’assegnazione di un procuratore speciale per indagare ulteriormente sul caso Epstein. Anche Elon Musk ha espresso dubbi sulla veridicità della lettera, sottolineando che il linguaggio non sembra corrispondere a quello di Trump, mentre continua a sollecitare la pubblicazione di ulteriori documenti che potrebbero coinvolgere nomi noti, compreso quello dello stesso Trump.