Nella provincia di Sweida, in Siria, si è registrata una drammatica escalation di violenze che ha portato alla morte di almeno 718 persone in meno di una settimana. Questo tragico bilancio è stato reso noto dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’organizzazione non governativa impegnata nel monitoraggio della situazione nel Paese. La provincia di Sweida, situata nel sud della Siria, è considerata il cuore della minoranza drusa, un gruppo etnico-religioso che ha vissuto in questa regione per secoli. Le violenze hanno avuto inizio il 12 luglio 2025 e si sono intensificate rapidamente, coinvolgendo diversi attori e provocando una grave crisi umanitaria.
Le vittime delle violenze
Tra le vittime delle recenti violenze ci sono 146 combattenti drusi e 245 civili, di cui 165 sono stati giustiziati sommariamente da membri dei ministeri della Difesa e dell’Interno siriani. Questo aspetto della situazione è particolarmente allarmante, poiché evidenzia l’uso di metodi brutali da parte delle forze governative. Oltre a queste vittime, il conflitto ha causato la morte di 287 soldati governativi e 18 combattenti beduini, con ulteriori tre beduini giustiziati da combattenti drusi. Inoltre, 15 soldati governativi hanno perso la vita a causa di raid aerei condotti dalle forze israeliane, un elemento che complica ulteriormente il già fragile equilibrio della regione.
Le violenze nella provincia di Sweida hanno suscitato preoccupazione a livello internazionale, con molte organizzazioni umanitarie che chiedono un intervento immediato per fermare il massacro e fornire assistenza alle persone colpite. Le testimonianze raccolte da attivisti locali descrivono scene di panico e disperazione tra la popolazione civile, costretta a vivere in un clima di paura costante. La situazione è aggravata dalla mancanza di accesso a servizi di base e dalla difficoltà nel ricevere aiuti umanitari.
Il contesto del conflitto
La provincia di Sweida è stata storicamente un bastione della minoranza drusa, che ha mantenuto una posizione relativamente neutrale nel conflitto siriano che infuria dal 2011. Tuttavia, le recenti violenze indicano un cambiamento significativo nella dinamica locale, con le tensioni che si intensificano tra le varie fazioni e le forze governative. La presenza di gruppi armati e le rivalità interne tra le diverse comunità hanno reso la situazione ancora più complessa, con il rischio di un ulteriore deterioramento della sicurezza.
La comunità internazionale sta seguendo con attenzione gli sviluppi in questa regione, consapevole che una escalation del conflitto potrebbe avere ripercussioni ben oltre i confini siri. La crisi umanitaria, già grave, potrebbe aggravarsi ulteriormente se non si trova una soluzione politica al conflitto. Le organizzazioni per i diritti umani continuano a sollecitare un intervento per proteggere i civili e garantire il rispetto dei diritti umani, che sono stati gravemente violati durante questa ondata di violenza.
La situazione nella provincia di Sweida rimane critica, e gli sforzi per riportare la pace e la stabilità in questa regione sono più necessari che mai. Le prossime settimane saranno cruciali per determinare se la comunità internazionale riuscirà a intervenire efficacemente e a prevenire ulteriori atrocità.