Attacco alla chiesa cattolica di Gaza: tre vittime e il cordoglio del Papa

Egidio Luigi

Luglio 19, 2025

Agli occhi della comunità internazionale, il conflitto israelo-palestinese ha raggiunto un nuovo livello di drammaticità. Il 17 luglio 2025, la Chiesa della Sacra Famiglia, unico luogo di culto cattolico nella Striscia di Gaza e rifugio per sfollati in fuga dalla guerra, è stata colpita da un proiettile dell’IDF (Forze di Difesa Israeliane) poco dopo la messa mattutina. Questo attacco ha causato la morte di tre persone e ha lasciato nove feriti, tra cui un uomo in condizioni critiche e altri due in gravi condizioni. Tra i feriti, vi è anche il parroco, il padre argentino Gabriel Romanelli, che ha subito una lieve ferita a una gamba. Papa Francesco, in contatto quasi quotidiano con il sacerdote dopo l’inizio del conflitto il 7 ottobre, ha espresso preoccupazione per la comunità cristiana in questa enclave palestinese.

Le reazioni al bombardamento della chiesa

Subito dopo l’incidente, Papa Leone XIV ha voluto far sentire la sua voce, esprimendo il proprio dolore e rinnovando un appello per un immediato cessate il fuoco. Il pontefice ha anche ribadito la necessità di un dialogo e di una riconciliazione duratura. Secondo fonti vicine al Patriarcato di Gerusalemme, l’esercito israeliano ha attribuito l’accaduto a un “errore di tiro”. Anche il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha parlato di errore in una conversazione telefonica con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il quale ha manifestato il proprio disappunto per l’accaduto. L’IDF ha annunciato l’intenzione di indagare sulle circostanze dell’incidente, mentre il ministero degli Esteri israeliano ha sottolineato che “Israele non mira mai a chiese o siti religiosi” e ha espresso rammarico per il danno subito da questi luoghi sacri e dai civili innocenti.

Tuttavia, le dichiarazioni non sono riuscite a placare l’indignazione della comunità internazionale, sempre più preoccupata per le vittime civili causate dall’operazione militare di Netanyahu contro Hamas. La premier italiana Giorgia Meloni ha definito “inaccettabili” gli attacchi contro la popolazione civile, sottolineando che nessuna azione militare può giustificare tali atti.

Le vittime dell’attacco

Nell’attacco alla Chiesa della Sacra Famiglia, hanno perso la vita il portiere della parrocchia, Saad Issa Kostandi Salameh, di 60 anni, e due donne: Foumia Issa Latif Ayyad, un’anziana di 84 anni, che si trovava in una tenda della Caritas adibita a centro di sostegno psicologico, e Najwa Abu Dawud, deceduta poco dopo a causa delle ferite riportate. Il Patriarcato Latino di Gerusalemme, guidato dal cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha condannato l’attacco contro civili innocenti e un luogo sacro, evidenziando che questa tragedia non è isolata, ma si inserisce in un contesto di sofferenza diffusa a Gaza.

Il Patriarcato ha lanciato un appello accorato affinché i leader mondiali alzino la voce e facciano il possibile per porre fine a questa guerra, che ha già causato oltre 58.000 morti e ha lasciato milioni di persone in condizioni di estrema vulnerabilità. Nelle ultime 24 ore, sono state registrate altre 94 vittime in tutta la Striscia, mentre il conflitto continua a mietere un numero sempre crescente di vittime innocenti. Le immagini della chiesa danneggiata, con la facciata annerita e la croce rimasta intatta, simboleggiano la devastazione di un luogo di culto e la fragilità della pace in un contesto di guerra che sembra non avere fine.

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