Israele: confermata l’identità dell’ostaggio americano Itay Chen, attacco alla moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme

Egidio Luigi

Novembre 5, 2025

La situazione in Medioriente continua a rimanere instabile. Il 25 marzo 2025, l’ufficio del premier israeliano Benyamin Netanyahu ha confermato che il corpo restituito da Hamas appartiene al soldato dell’IDF, Itay Chen, un israeliano-americano. La notizia, riportata da Ynet, segna un momento significativo poiché Chen era l’ultimo ostaggio ucciso con cittadinanza statunitense rimasto nella Striscia di Gaza. Nonostante il suo ritorno, restano ancora a Gaza i corpi di sette altri rapiti, compresi i resti di un soldato morto durante il conflitto tra Israele e Hamas nel 2014.

Proteste e tensioni a Gerusalemme

Nella capitale israeliana, centinaia di coloni israeliani hanno invaso il complesso della Moschea di Al-Aqsa, dando vita a visite guidate considerate provocatorie e celebrando rituali talmudici. Queste azioni hanno suscitato preoccupazioni tra le autorità palestinesi e la comunità internazionale, che vedono tali eventi come potenziali fattori di escalation nel conflitto. La Moschea di Al-Aqsa è un luogo sacro per i musulmani e qualsiasi attività percepita come provocatoria può intensificare le tensioni già esistenti nella regione.

Pressioni internazionali su Israele

Gli Stati Uniti stanno esercitando pressioni su Israele affinché permetta il passaggio sicuro di circa 200 militanti di Hamas, attualmente rifugiati nei tunnel sotto le aree controllate dall’IDF nel sud di Gaza. Questa richiesta è parte di uno sforzo più ampio per stabilizzare la situazione e prevenire ulteriori conflitti. Washington ha anche presentato una bozza di risoluzione ai membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, proponendo l’istituzione di una forza internazionale a Gaza per un periodo di almeno due anni. Questa iniziativa mira a garantire la sicurezza e a facilitare un processo di pace duraturo nella regione, che continua a essere segnata da tensioni e violenze.

L’attenzione internazionale rimane alta mentre si cercano soluzioni per affrontare la complessità della crisi mediorientale, con la speranza che misure concrete possano portare a una stabilizzazione duratura della situazione.

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