Arredo su misura: i tessuti artigianali tornano protagonisti nel design

Marianna Perrone

Novembre 1, 2025

Nell’attuale contesto caratterizzato da un consumo rapido e spersonalizzato, emerge una tendenza opposta nel settore dell’arredamento e del design: l’accento è posto su unicità, durata e autenticità. Non si tratta più di case che si adeguano alle mode, ma di spazi che le creano, riflettendo il gusto e la personalità dei loro abitanti. Questo è quanto si è potuto osservare durante Moa Casa 2025, la storica fiera di Roma dedicata all’arredamento e al design d’interni. Qui, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Elisabetta Scipioni, fondatrice del laboratorio di tessitura artigianale C’era un Tessuto, situato a Farfa in Sabina, in provincia di Rieti.

La filosofia di abitare con consapevolezza

La visione di Scipioni è chiara e innovativa: “abitare con consapevolezza”. La designer sottolinea che la bellezza deriva dal rispetto per la materia, il tempo e la natura. Secondo la sua prospettiva, il vero lusso non risiede nel possesso, ma nella cura degli oggetti. Scipioni afferma che “la personalizzazione è il futuro del design d’interni”, evidenziando come i clienti non desiderano più ambienti standardizzati, ma spazi che raccontino la loro storia e i loro ricordi. “Creiamo tessuti su misura, non solo per colori e dimensioni, ma anche per disegni. Ogni pezzo è frutto di un dialogo con il cliente o l’architetto, simile a quanto accade nella moda d’alta sartoria”, spiega.

La crescita dei materiali sostenibili

Secondo il Centro Studi di FederlegnoArredo, la domanda di materiali naturali e sostenibili è in forte espansione, con un aumento del 23% nella richiesta di fibre come il lino e il cotone biologico. “Non si tratta solo di una moda, ma di una necessità”, sottolinea Scipioni. “La casa deve essere un luogo di benessere, e ciò inizia dalla scelta dei materiali. Un tessuto naturale è traspirante, invecchia bene e non inquina. Cambiare ogni due anni è un’abitudine insostenibile: il vero risparmio consiste nel comprare meno, ma meglio”.

Nel suo laboratorio a Farfa, Elisabetta utilizza esclusivamente fibre naturali al 100% per realizzare tovaglie, tende e complementi d’arredo, coniugando estetica e durata. “Un divano usurato può rinascere con cuscini di alta qualità, una stanza vuota può trasformarsi con tende studiate per filtrare la luce. Anche una tavola semplice può diventare accogliente con una bella tovaglia di lino. La casa è un organismo vivo, e i tessuti ne sono la pelle”, suggerisce.

Tradizione e innovazione nell’artigianato

La produzione artigianale di Scipioni si distingue per la fusione di memoria e innovazione. I motivi dei tessuti si ispirano spesso a disegni storici italiani, come le grottesche rinascimentali e i simboli di abbondanza come le api dei Barberini e i melograni, reinterpretati con tonalità moderne e texture leggere. “La tradizione va tradotta, non ripetuta”, chiarisce Scipioni. “Da essa traiamo ispirazione, ma il risultato deve parlare al presente. Questa è la differenza tra un prodotto nostalgico e uno contemporaneo”.

Il trend attuale, confermato dai report di settore, è quello della casa esperienziale, dove ogni elemento contribuisce a una narrazione personale. In questo contesto, i tessuti assumono un ruolo fondamentale. “Le persone hanno riscoperto il valore dell’abitare”, osserva Scipioni. “La pandemia ci ha insegnato che la casa è il nostro rifugio e ora vogliamo che sia anche bella e accogliente. Anche piccoli dettagli, come un copricuscino o una tovaglia, possono cambiare l’atmosfera di uno spazio”.

Il valore dell’artigianato italiano

In un momento in cui l’artigianato italiano si trova a fronteggiare la concorrenza delle produzioni industriali globalizzate, la storia di Elisabetta Scipioni rappresenta un esempio di resilienza e visione. Dal borgo di Farfa, un luogo di tranquillità immerso nella natura sabina, il suo lavoro contribuisce a preservare un patrimonio di competenze e cultura materiale. “Farfa è la mia ispirazione. Qui tutto invita alla calma e alla lentezza. Credo che l’Italia debba ripartire da questi luoghi e dai piccoli laboratori che custodiscono il sapere manuale. Questa è una ricchezza invidiata dal mondo”, afferma Scipioni, incoraggiando a riscoprire e valorizzare gli artigiani italiani, minacciati dalla globalizzazione e dalla produzione a basso costo.

“Un ritorno al bello, al vero e all’essenziale. Non si tratta di un lusso elitario, ma di una nuova etica dell’abitare, dove sostenibilità e stile si fondono in un equilibrio armonioso. Non è necessario cambiare tutto per avere una casa nuova. Basta scegliere con cura e amore. Il bello è una forma di rispetto: per noi stessi, per la natura e per il tempo che viviamo. Oggi, il design non è più solo una questione estetica, ma un modo di abitare il mondo”.

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