Più di trecento opere, tra cui manifesti, riviste, spot pubblicitari, fotografie, filmati e gadget, arricchiscono il percorso espositivo che celebra mezzo secolo di evoluzione dell’immaginario collettivo italiano. La mostra, intitolata Moda e pubblicità in Italia 1950-2000, offre una visione filologica e poetica della storia della moda e della sua pubblicità, coprendo un periodo cruciale che va dal secondo dopoguerra all’inizio del nuovo millennio. L’evento si svolge dal 13 settembre al 14 dicembre 2025 presso la Fondazione Magnani Rocca, situata a Mamiano di Traversetolo, in provincia di Parma, la quale ospita una delle più importanti collezioni d’arte private a livello mondiale.
Il made in italy tra creatività e innovazione
Dal 1950 al 2000, il Made in Italy si afferma nel panorama internazionale, con nomi illustri come Armani, Benetton, Dolce & Gabbana, Emilio Pucci, Fendi e Versace, solo per citarne alcuni. Questi stilisti non solo hanno definito le tendenze della moda, ma hanno anche contribuito a plasmare l’identità culturale italiana. La mostra presenta scatti di grandi maestri della fotografia di moda, come Giampaolo Barbieri, Giovanni Gastel e Oliviero Toscani, le cui opere raccontano storie attraverso un’estetica che unisce pubblicità e ritratto di un’epoca.
La moda come linguaggio e comunicazione
L’esposizione illustra come la moda e la pubblicità abbiano saputo adattarsi ai cambiamenti economici, sociali e culturali del Paese, generando miti e stereotipi che riflettono i desideri della società. Un’importante sezione è dedicata agli spot televisivi più iconici di quegli anni, che sono diventati parte integrante dell’immaginario collettivo. L’Archivio Storico Barilla ha reso disponibili alcuni dei famosi caroselli con Mina, realizzati tra il 1965 e il 1970, nei quali gli abiti sono stati disegnati da Piero Gherardi, noto costumista di Fellini, e da altri celebri couturier.
L’esposizione non si limita a presentare opere artistiche, ma offre anche un’importante riflessione sul ruolo della moda come strumento di comunicazione e performance del corpo. La mostra diventa così un viaggio attraverso cinquant’anni di storia, costume e pubblicità, sottolineando l’importanza della creatività italiana nel panorama globale.