La difesa dell’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha presentato un ricorso presso la Corte Suprema di Brasilia (Stf) il 15 gennaio 2025, chiedendo l’annullamento degli arresti domiciliari che considera una forma di “censura“. Gli avvocati di Bolsonaro hanno richiesto che la questione venga esaminata con urgenza dalla plenaria della Prima Camera della Stf, composta da cinque giudici, nell’ambito di un organo giudiziario che conta undici membri in totale.
Situazione attuale di Bolsonaro
Attualmente, l’ex presidente, esponente di destra, si trova in isolamento nella sua residenza a Brasilia dal 13 gennaio, a seguito di una violazione del divieto di utilizzo dei social network, imposto dal giudice Alexandre de Moraes, relatore del caso in cui Bolsonaro รจ accusato di un presunto tentativo di colpo di Stato.
Argomentazioni della difesa
I legali di Bolsonaro sostengono che non ci sia stata alcuna violazione delle misure restrittive nel momento in cui i suoi sostenitori hanno condiviso online un video di una videochiamata tra lui e il figlio maggiore, il senatore Flavio Bolsonaro. Quest’ultimo era presente a una manifestazione di solidarietร per il padre che si รจ tenuta a Rio de Janeiro lo scorso 14 gennaio. La difesa afferma che l’ex presidente non puรฒ essere ritenuto responsabile delle azioni di terzi.
Restrizioni imposte
Nel luglio 2024, Bolsonaro era stato obbligato a indossare un braccialetto elettronico e a rispettare il divieto di uscire di casa durante la notte e nei fine settimana, oltre a non poter comunicare tramite social media, nรฉ direttamente nรฉ attraverso intermediari. Le nuove restrizioni, imposte il 15 gennaio, includono anche limitazioni nell’uso dei telefoni cellulari.
Critiche alle misure restrittive
Fino a ieri, l’ex capitano dell’esercito poteva incontrare solo i suoi avvocati, ma il giudice Moraes ha autorizzato recentemente anche visite da parte dei suoi figli e di altri familiari. Le misure restrittive applicate a Bolsonaro sono state oggetto di critiche da parte di esperti, media brasiliani e alleati politici, che le considerano eccessive e ingiustificate.