Sono trascorsi ottant’anni dai devastanti bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki, avvenuti il 6 e il 9 agosto 1945. Le esplosioni, che provocarono tra i 210.000 e i 240.000 decessi, segnarono un punto di non ritorno nella storia moderna. Oggi, il ricordo di quel tragico evento è riaffiorato, richiamato dalle parole del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha recentemente ordinato lo spostamento di due sottomarini nucleari per “garantire la sicurezza della popolazione”, in risposta alle dichiarazioni provocatorie dell’ex presidente russo Dmitrij Medvedev.
In occasione dell’anniversario, molte associazioni, tra cui le Acli e l’Anpi, insieme a oltre 120 città italiane, hanno lanciato un appello affinché l’Italia ratifichi il Trattato delle Nazioni Unite sulla Proibizione delle Armi Nucleari. Da Brescia a Padova, passando per Aviano e Verona, si sono svolti numerosi eventi commemorativi, tra cui un tour in bicicletta di 490 chilometri e una cerimonia delle lanterne a Bologna. Un report recente dell’ICAN ha evidenziato che nel 2024 le spese globali per gli armamenti nucleari hanno superato i cento miliardi di dollari, con un incremento dell’11%.
La luce abbagliante
Il primo utilizzo della bomba atomica, nota come Little Boy, avvenne il 6 agosto 1945 su Hiroshima, segnando la fine della Seconda guerra mondiale e l’inizio della Guerra fredda. La decisione di sviluppare l’arma nucleare, parte del Progetto Manhattan, fu presa dal presidente Roosevelt, ma fu il suo successore, Harry Truman, a autorizzare il bombardamento. Alle 8:15 del mattino, un lampo accecante causato dalla fissione nucleare incenerì all’istante circa 70.000 persone, mentre altre 140.000 morirono nei mesi e negli anni successivi a causa delle radiazioni. Molti sopravvissuti hanno vissuto con malformazioni e malattie oncologiche, con effetti devastanti anche sulle generazioni successive.
Tre giorni dopo, il Giappone non si era ancora arreso, così gli Alleati decisero di sganciare una seconda bomba, Fat Man, su Nagasaki il 9 agosto 1945. Questa bomba, più potente della prima e costruita con plutonio, uccise circa 74.000 persone. La testimonianza di quel tragico evento è stata immortalata nel manga Hadashi no Gen (Gen di Hiroshima), del disegnatore giapponese Keiji Nakazawa, che ha ispirato anche adattamenti cinematografici e d’animazione, tra cui opere di Kurosawa e Nolan.
Da Einstein a Papa Francesco: “Mai più”
Le conseguenze devastanti dell’uso delle armi nucleari suscitarono sconcerto tra gli scienziati. Albert Einstein e Bertrand Russell furono tra i primi a lanciare un appello per la pace, pubblicando nel 1955 un manifesto in cui affermavano che “se la razza umana vuole sopravvivere, deve porre fine alla guerra”. Questo segna l’inizio del movimento Pugwash, che ha coinvolto numerosi premi Nobel e scienziati nel corso degli anni. Dalla fine degli anni Sessanta, una serie di trattati internazionali hanno cercato di limitare l’uso delle armi nucleari, culminando nel Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari, adottato dall’Onu nel 2017 e entrato in vigore nel 2021, firmato da 98 Paesi, ma non dall’Italia.
“Mai più” è stato il messaggio di Papa Francesco durante la sua visita in Giappone nel 2019, quando ha ammonito le potenze mondiali sull’uso dell’energia atomica per scopi bellici. Anche il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, in visita ufficiale in Giappone nel marzo 2025, ha reso omaggio alle vittime, incontrando alcuni hibakusha e sottolineando l’importanza della memoria come strumento di responsabilità civile.
L’orologio dell’apocalisse a 90 secondi da mezzanotte
A ottant’anni dal bombardamento, il rischio di un conflitto nucleare rimane attuale. Secondo la Federation of American Scientists, nel mondo ci sono circa 12.300 testate nucleari, di cui oltre l’80% nelle mani di Stati Uniti e Russia. La guerra in Ucraina ha riacceso le tensioni, con gli Stati Uniti che investono in nuove tecnologie militari e la Cina che accelera il dispiegamento di missili balistici. Al contempo, India, Pakistan e Corea del Nord continuano i test nucleari, con impatti sull’ecosistema globale.
Nel 2024, il presidente russo Vladimir Putin ha aggiornato la dottrina nucleare, affermando che la Russia potrebbe utilizzare armi nucleari in caso di minaccia alla sua sovranità . L’Europa, pur non avendo arsenali nucleari propri, ospita testate statunitensi in vari Paesi. Questo contesto ha portato l’orologio dell’Apocalisse, ideato dal Bulletin of the Atomic Scientists, a segnare 89 secondi dalla mezzanotte, il punto più vicino alla distruzione nucleare mai registrato.
Appelli delle associazioni e costi degli arsenali nucleari
In occasione dell’anniversario, la campagna “Italia, ripensaci”, promossa da Rete Pace Disarmo e Senzatomica, ha rinnovato l’invito a una mobilitazione collettiva, coinvolgendo cittadini e istituzioni. Oltre 120 enti locali hanno già aderito all’appello per la ratifica del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari. Complessivamente, oltre 500 Comuni italiani fanno parte dell’Associazione Mayors for Peace, fondata dai sindaci di Hiroshima e Nagasaki.
Alessja Trama della campagna Senzatomica ha sottolineato che le parole degli hibakusha ci ricordano che le armi nucleari non sono strumenti di sicurezza, ma di annientamento. La Confederazione Sindacale Internazionale, di cui fa parte la Cgil, ha lanciato un Appello Globale all’Azione per la Pace, la Democrazia e i Diritti.
Il rapporto dell’ICAN sui costi delle armi nucleari ha rivelato che nel 2024 gli Stati Uniti hanno speso 56,8 miliardi di dollari, seguiti dalla Cina e dal Regno Unito. Per l’Italia, si stima un costo indiretto di circa 500 milioni di euro all’anno per ospitare testate statunitensi. Queste spese evidenziano come le risorse destinate agli armamenti nucleari potrebbero essere utilizzate per affrontare questioni globali urgenti.
Eventi commemorativi in Italia
Numerosi eventi commemorativi sono stati organizzati in Italia per ricordare il tragico anniversario. Tra questi, il Kaki Bike Tour, partito il 3 agosto da Verona, attraversa diverse città del Nord Italia, con arrivo previsto il 10 agosto ad Albagnano, sul Lago Maggiore. Il percorso è simbolico, in quanto gli alberi di cachi rappresentano la resilienza e la rinascita dopo la devastazione.
Alcuni eventi significativi includono:
- Assisi (Pg): Commemorazione delle vittime con il suono della campana delle Laudi il 6 agosto.
- Aviano (PN): Commemorazione il 9 agosto davanti alla Base USAF, con interventi pubblici.
- Bologna: Evento “Il Sole di Hiroshima” il 6 agosto, con lanterne galleggianti sul canale.
- Brescia: Corteo silenzioso il 6 agosto in ricordo delle vittime.
- Cervia: Attività per bambini il 6 agosto, con laboratorio creativo legato all’albero di cachi.
- Modena: Evento di riflessione sul disarmo nucleare il 9 agosto.
Questi eventi rappresentano un’importante occasione per riflettere sulla necessità di un futuro libero da armi nucleari e sull’importanza della memoria storica.