Il Parlamento di Israele ha comunicato oggi, 12 gennaio 2025, l’approvazione di un emendamento che estende fino alla fine del 2027 il divieto di trasmissione per i media stranieri ritenuti una minaccia per la sicurezza dello Stato. Questa legge, introdotta nel mese di aprile 2024 durante il conflitto di Gaza tra Israele e Hamas, si focalizzava in particolare sul canale al Jazeera, accusato dalle autorità israeliane di essere un veicolo di propaganda per i gruppi terroristici palestinesi. La notizia è stata riportata da The Times of Israel.
Normativa e stato di emergenza
Originariamente, la normativa era limitata al periodo di stato di emergenza dichiarato all’inizio della guerra, scatenata dall’attacco di Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre 2023. Tuttavia, l’emendamento appena approvato consente l’applicazione di tali misure anche in assenza di uno stato di emergenza. In base a questa legge, se il primo ministro identifica un organo di stampa straniero come una minaccia per la sicurezza nazionale, il ministro delle comunicazioni ha il potere di ordinare l’interruzione delle sue trasmissioni, previa autorizzazione del governo o di un comitato ministeriale.
Poteri del ministro e libertà di stampa
Il testo della legge conferisce ulteriori poteri al ministro, che può disporre la chiusura degli uffici dell’emittente, il sequestro delle attrezzature di trasmissione e il blocco del sito web dell’ente in questione. Queste misure sono state oggetto di dibattito e controversie, poiché toccano temi delicati legati alla libertà di stampa e alla libertà di espressione, in un contesto già segnato da tensioni interne e internazionali.
Preoccupazioni e giustificazioni
Tale decisione da parte del Parlamento di Israele riflette l’intensificarsi delle preoccupazioni riguardo all’influenza dei media stranieri e alla loro capacità di influenzare l’opinione pubblica durante periodi di conflitto. Le autorità israeliane giustificano queste azioni come necessarie per proteggere la sicurezza nazionale, mentre i critici avvertono che tali misure potrebbero minacciare la libertà di informazione e il diritto dei cittadini a ricevere notizie imparziali e complete.
