Crollo ai Fori Imperiali: la Torre Conti resta in piedi nonostante la precarietà

Marianna Perrone

Novembre 24, 2025

Il 3 novembre 2025, la Torre dei Conti a Roma ha subito un crollo che ha sollevato preoccupazioni sulla stabilità della storica struttura. Claudio Parisi Presicce, sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali, ha dichiarato durante la commissione capitolina dedicata al recupero dell’edificio che, sebbene le murature non siano integre e i loro comportamenti possano risultare imprevedibili, i risultati dell’esame condotto subito dopo l’incidente hanno offerto un cauto ottimismo riguardo alla possibilità di preservare la Torre. Presicce ha chiarito che non è mai stata presa in considerazione l’ipotesi di demolire l’edificio.

Interventi di messa in sicurezza

Oggi, 10 novembre 2025, è iniziata ufficialmente la fase di avvio della messa in sicurezza della Torre, grazie all’intervento dei Vigili del fuoco. Presicce ha sottolineato l’importanza di un tavolo tecnico permanente che si riunirà ogni venerdì per definire le fasi di intervento. Attualmente, il primo passo consiste nella messa in sicurezza della facciata, che ha subito danni significativi, presentando sezioni instabili che richiedono interventi urgenti. Il sovrintendente ha evidenziato che il piano per il recupero strutturale sarà definito successivamente, in base agli esiti delle operazioni in corso.

Tempistiche e risorse

La giunta capitolina ha siglato una convenzione la scorsa settimana, stabilendo un periodo di tre mesi per la prima fase di intervento, durante la quale i Vigili del fuoco si occuperanno di rinforzare le parti pericolanti con fasciature in nastro fibro-rinforzato. L’ingegnere Roberto Botta, membro della struttura commissariale per il Giubileo, ha segnalato che, attualmente, la Torre è invasa da macerie e detriti che, a causa della pioggia, diventano sempre più pesanti. Ha avvertito che le operazioni di recupero devono essere effettuate esclusivamente da personale altamente specializzato per garantire la sicurezza.

Botta ha anche indicato che le tempistiche e le risorse potrebbero dover essere riviste, poiché non è chiaro quanto del progetto originale possa essere mantenuto. Ha anticipato che il finanziamento iniziale potrebbe non essere sufficiente e che ci sono già stati segnali di disponibilità a integrare le risorse con risparmi provenienti da altri interventi. L’ingegnere ha concluso affermando che, pur mantenendo l’intervento nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), sarà necessaria una deroga sui tempi, rendendo impossibile la conclusione dei lavori entro giugno 2026.

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