Australia, senatrice di estrema destra indossa il burqa in aula: scoppia la polemica

Egidio Luigi

Novembre 24, 2025

Lunedì 24 novembre 2025, il Senato australiano è stato teatro di un acceso dibattito dopo l’ingresso della senatrice Pauline Hanson, leader del partito di estrema destra One Nation, che ha indossato un burqa durante una seduta. Questo gesto ha immediatamente suscitato un’ondata di critiche e accuse di razzismo e islamofobia, scatenando proteste tra i parlamentari presenti.

Il gesto provocatorio di Pauline Hanson

Pauline Hanson ha deciso di indossare il velo come parte della sua campagna per vietare il burqa e altre forme di copertura del volto negli spazi pubblici. La sua entrata in aula, avvenuta durante una seduta di lavoro del Senato, ha colto di sorpresa molti dei presenti, portando a una sospensione immediata della sessione. La senatrice ha rifiutato di togliere il burqa, trasformando il momento in un episodio di grande tensione.

La reazione dei membri musulmani del Parlamento è stata particolarmente dura. Hanno descritto il gesto di Hanson come una mancanza di rispetto verso le comunità musulmane australiane, sottolineando che tale provocazione non solo offende, ma contribuisce a un clima di intolleranza. Anche diversi rappresentanti del governo hanno espresso il loro disappunto, definendo l’azione della senatrice inadeguata e in contrasto con i valori di rispetto e inclusione che dovrebbero caratterizzare il dibattito politico.

Le reazioni nel dibattito pubblico

Questo episodio ha riacceso il dibattito sulla libertà di espressione e sui limiti di tale libertà in relazione al rispetto delle diverse culture e religioni. Molti sostenitori di Hanson affermano che la sua azione sia un legittimo esercizio della libertà di espressione, mentre i critici la vedono come un attacco diretto alla comunità musulmana. Le posizioni sono polarizzate, con alcuni che chiedono una maggiore regolamentazione riguardo all’abbigliamento in contesti pubblici, mentre altri difendono il diritto di ogni individuo a esprimere la propria identità culturale.

La situazione ha portato a un acceso dibattito sui social media, dove molti australiani hanno espresso le loro opinioni sia a favore che contro la senatrice. Le manifestazioni di solidarietà da parte di gruppi musulmani e di attivisti per i diritti umani sono aumentate, sottolineando l’importanza di rispettare e celebrare la diversità culturale nel paese.

La posizione del governo australiano

Il governo australiano, in risposta all’episodio, ha ribadito l’importanza di combattere l’intolleranza e la discriminazione in tutte le sue forme. I membri del governo hanno dichiarato che ogni tentativo di dividere la società sulla base della religione o della cultura deve essere contrastato. Questo evento ha messo in luce la necessità di un dialogo costruttivo e rispettoso tra le diverse comunità presenti in Australia.

Inoltre, il governo ha annunciato l’intenzione di promuovere iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della coesione sociale e del rispetto reciproco. Tali iniziative potrebbero includere campagne educative e programmi di integrazione per favorire una maggiore comprensione tra le diverse culture.

L’episodio di Pauline Hanson rappresenta quindi non solo un momento di tensione politica, ma anche un’opportunità per riflettere sulle sfide legate all’integrazione e al rispetto delle diversità in un paese multiculturale come l’Australia.

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