L’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha rivelato ai magistrati di aver tentato di manomettere il proprio braccialetto elettronico durante una “crisi notturna”. Questo episodio, avvenuto tra il 2 e il 3 maggio 2025, è stato attribuito da Bolsonaro all’interazione di due farmaci, la pregabalina e la sertralina, prescritti da medici diversi. La notizia è stata riportata in un documento pubblicato dal sito brasiliano Metropoles, redatto dalla giudice ausiliaria della Corte Suprema, che ha ascoltato la sua testimonianza.
Descrizione dell’incidente
Nella sua dichiarazione, l’ex presidente ha descritto un periodo di “paranoia” e sonno “a intermittenza”, che lo ha portato a credere che il braccialetto fosse equipaggiato con microspie. Questo pensiero lo ha spinto a prendere una saldatrice per ferro e a tentare di “aprire la parte superiore del dispositivo”. Bolsonaro ha affermato di aver interrotto la manomissione intorno alla mezzanotte, affermando di aver “ripreso il controllo” e di aver avvisato immediatamente gli agenti di custodia.
Testimonianza e contesto familiare
Durante l’incidente, in casa erano presenti la figlia, il fratello maggiore e un collaboratore, ma nessuno di loro si sarebbe accorto della manomissione, in quanto stavano dormendo. L’ex presidente ha anche sottolineato di non aver mai vissuto episodi simili in passato e che aveva iniziato una delle terapie farmacologiche solo quattro giorni prima del suo arresto, avvenuto il 2 maggio 2025.
Implicazioni sulla salute mentale
La testimonianza di Bolsonaro si inserisce in un contesto di crescente attenzione mediatica e giuridica attorno alla sua figura, dopo il suo mandato presidenziale. La questione della salute mentale e dell’uso di farmaci psicotropi da parte di figure pubbliche è un tema di rilevante interesse, soprattutto in situazioni di stress e pressione come quelle vissute da Bolsonaro.
