La situazione della guerra in Ucraina si trova al giorno 1.368, con tensioni crescenti tra Stati Uniti e Ucraina. Il presidente statunitense Donald Trump ha rivolto un ultimatum al leader ucraino Volodymyr Zelensky, esigendo che accetti il suo piano di pace entro giovedì. Tuttavia, la proposta non ha riscosso il favore dell’Europa, che percepisce un trattamento secondario per gli Stati Ue e per la stessa Kiev nei colloqui con la Russia.
Leader europei e contro-piano
I leader europei, preoccupati per l’andamento della crisi, stanno cercando di elaborare un proprio contro-piano per offrire condizioni alternative a quelle presentate dagli Stati Uniti. L’intento è quello di persuadere l’Ucraina a sostenere questa nuova proposta, concepita per risultare più vantaggiosa per il Paese colpito dall’invasione russa. Durante una telefonata di confronto, il primo ministro britannico Keir Starmer ha discusso con Zelensky, Macron e Merz, e i quattro hanno espresso sostegno agli sforzi statunitensi, ribadendo però l’importanza di tutelare gli interessi vitali europei e ucraini nel lungo termine.
Pressione russa e reazioni
Nel frattempo, il presidente russo Vladimir Putin ha intensificato la pressione, dichiarando che se Zelensky non accetterà il piano, la Russia procederà a conquistare ulteriori territori. In risposta, Zelensky ha esortato gli ucraini, affermando che il Paese si trova in uno dei momenti più critici della sua storia, definendo la situazione come un bivio. Dalla Casa Bianca, Trump ha avvertito che il rifiuto di Zelensky potrebbe portare a una maggiore perdita di territorio e vite umane, descrivendo le conseguenze come un bagnio di sangue.
