Arresto di Bolsonaro: tentativo di evasione dai domiciliari sventato

Marianna Perrone

Novembre 22, 2025

Il caso di Jair Bolsonaro continua a generare forti divisioni in Brasile. L’ex presidente, attualmente agli arresti domiciliari dopo una condanna a 27 anni e tre mesi per tentato colpo di Stato, è stato arrestato e trasferito in carcere. La decisione è stata comunicata dal giudice della Corte Suprema, Alexandre de Moraes, che ha motivato l’azione con il rischio di fuga dell’ex leader.

Dettagli sull’arresto di Bolsonaro

Bolsonaro ha tentato di manomettere la cavigliera elettronica che indossa dal 18 luglio, con l’intento di “garantirsi la fuga”. Il giudice ha anche evidenziato il pericolo che l’ex presidente potesse cercare asilo presso una delle ambasciate vicine alla sua residenza, menzionando specificamente quella degli Stati Uniti. Dopo essere stato agli arresti domiciliari dal 4 agosto, Bolsonaro è stato prelevato all’alba dalla polizia federale nel suo appartamento di Brasília. Questo avvenimento è accaduto poche ore dopo che uno dei suoi figli, il senatore Flavio Bolsonaro, aveva organizzato una veglia davanti al condominio in cui vive il padre.

Condizioni di detenzione

L’ex presidente è stato trasferito presso il quartier generale della polizia, dove è stato rinchiuso in una cella di 12 metri quadrati, recentemente ristrutturata in previsione di una sua possibile custodia cautelare. La cella è dotata di bagno privato, letto, armadio, scrivania, sedia, televisione, frigobar e aria condizionata. Inoltre, Bolsonaro riceverà assistenza medica continuativa, come stabilito dal giudice. Al momento dell’arresto, la moglie Michelle si trovava nel Nordest del Paese per un evento successivamente cancellato e ha comunicato di essere “in attesa di un volo per Brasília“.

Reazioni politiche all’arresto

Il fermo di Bolsonaro ha riacceso il dibattito politico nel Paese. Eduardo Bolsonaro, l’altro figlio dell’ex presidente, attualmente residente negli Stati Uniti, ha pubblicato un video sui social media esortando i sostenitori a “non scoraggiarsi” e a “impegnarsi al massimo” per ottenere l’amnistia. Il governatore di San Paolo, Tarcísio de Freitas, considerato un potenziale candidato alla presidenza nel 2026, ha criticato la misura, definendola “contraria al principio della dignità umana“. Anche l’ex vicepresidente Hamilton Mourão ha denunciato quella che ha descritto come una “escalation persecutoria” nei confronti dell’ex capo di Stato.

Supporto e opposizione all’arresto

Dall’altro lato, la maggioranza ha accolto con entusiasmo l’arresto. Militanti del Partito dei Lavoratori (PT) di Lula si sono radunati davanti alla sede della polizia per festeggiare, stappando bottiglie di spumante. Lindbergh Farias, leader del PT alla Camera, ha definito quella una “grande giornata”, mentre la ministra delle Relazioni Istituzionali, Gleisi Hoffmann, ha dichiarato che la decisione è “pienamente conforme ai riti del dovuto processo legale” e giustificata da “rischi concreti di fuga del capo di un’organizzazione golpista”.

Prospettive legali per Bolsonaro

La difesa di Bolsonaro, in una nota, ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso, negando l’esistenza di “gravissimi indizi di fuga” e sostenendo che le condizioni di salute dell’ex presidente siano “delicate”, al punto che la detenzione potrebbe mettere a rischio la sua vita. La Prima Sezione della Corte Suprema esaminerà lunedì la decisione di Moraes e, secondo fonti di O Globo, è probabile che la misura detentiva venga confermata.

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