Gaza, avviata la fase due del piano statunitense: dettagli sulla risoluzione dell’Onu

Egidio Luigi

Novembre 18, 2025

Il recente documento adottato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 15 marzo 2025 delinea un piano significativo per la pace in Medio Oriente, focalizzandosi sulla questione palestinese. Il testo sottolinea che gli Stati membri possono partecipare al Board of Peace, un organismo attivo fino al 31 dicembre 2027, evidenziando l’opportunità di avviare un percorso autentico verso l’autodeterminazione e la creazione di uno Stato palestinese. Tuttavia, questo processo è subordinato all’impegno dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) nell’implementazione di un programma di riforme essenziali.

Condizioni per l’autodeterminazione

Il piano stabilisce che la realizzazione di uno Stato palestinese dipende da una serie di condizioni che devono essere soddisfatte. L’ANP è chiamata a intraprendere riforme sostanziali, mirate a rafforzare le istituzioni e garantire una governance efficace. Un altro elemento cruciale è il progresso nella ricostruzione di Gaza, che deve raggiungere uno stadio avanzato per permettere una gestione autonoma e sostenibile del territorio. Questo approccio mira a creare un contesto favorevole per il dialogo e la cooperazione tra le parti coinvolte.

Il ruolo della forza internazionale di stabilizzazione

Un altro aspetto fondamentale del piano riguarda la Forza Internazionale di Stabilizzazione (acronimo ISF), composta principalmente da stati musulmani. Questa forza ha il compito di garantire un processo di smilitarizzazione a Gaza, che include il disarmo e la distruzione delle infrastrutture militari di Hamas. La presenza dell’ISF è vista come un passo necessario per ridurre le tensioni nella regione e facilitare un ambiente di pace duratura.

Il piano presenta quindi una visione complessiva che combina riforme interne, stabilizzazione regionale e il coinvolgimento della comunità internazionale, evidenziando un approccio multilaterale alla risoluzione del conflitto israelo-palestinese. La realizzazione di questi obiettivi richiederà un impegno costante e la cooperazione di tutte le parti interessate, con l’auspicio che si possano finalmente vedere risultati tangibili nel lungo processo verso la pace.

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