Martedì 18 novembre 2025, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una nuova risoluzione per affrontare il complesso conflitto in Medioriente. Questa decisione segna un passo significativo verso la “fase due” del piano internazionale, stabilendo un quadro di azione per la stabilizzazione della Striscia di Gaza. La risoluzione, proposta dagli Stati Uniti, ha ottenuto 13 voti favorevoli, mentre Cina e Russia si sono astenute.
Il provvedimento autorizza l’implementazione di una forza internazionale di stabilizzazione nella regione, con l’obiettivo di disarmare il gruppo militante Hamas. Quest’ultimo ha immediatamente respinto la risoluzione, definendola “pericolosa” e un tentativo di sottomettere Gaza all’autorità internazionale. La tensione nella regione è palpabile, con diversi agenti della polizia israeliana feriti durante gli scontri con i coloni ebrei durante l’evacuazione dell’avamposto illegale di Tzur Misgavi, situato in Cisgiordania. In un altro episodio, circa un centinaio di membri dell’ala militare di Hamas, asserragliati in un tunnel a Rafah, hanno dichiarato di non essere disposti a arrendersi.
Le conseguenze delle forti piogge a Gaza
La situazione a Gaza è ulteriormente complicata dalle recenti forti piogge, che hanno portato a inondazioni nei campi profughi. Gli sfollati si trovano a dover affrontare condizioni difficili, con fango e pozzanghere che rendono la vita quotidiana ancora più complicata. Le immagini delle strade allagate e delle tende dei profughi invase dall’acqua raccontano di una crisi umanitaria che si aggrava ulteriormente.
Le organizzazioni umanitarie stanno lottando per fornire assistenza in un contesto già estremamente difficile. La mancanza di infrastrutture adeguate e le difficoltà nell’accesso ai servizi essenziali rendono la situazione insostenibile per molte famiglie. La comunità internazionale è chiamata a intervenire per garantire che gli aiuti umanitari raggiungano coloro che ne hanno più bisogno.
Le reazioni internazionali alla risoluzione dell’onu
La risoluzione approvata dall’Onu ha suscitato reazioni contrastanti a livello globale. Mentre gli Stati Uniti hanno applaudito il progresso verso una soluzione pacifica, molti paesi esprimono preoccupazione per le possibili conseguenze di una forza internazionale di stabilizzazione. In particolare, ci sono timori che l’intervento possa aggravare le tensioni già esistenti nella regione.
Le dichiarazioni di Hamas, che ha messo in guardia contro il potenziale di un’occupazione internazionale, evidenziano le sfide che si presentano nel tentativo di stabilire un dialogo costruttivo. La comunità internazionale deve affrontare la complessità del conflitto, riconoscendo le legittime aspirazioni di tutte le parti coinvolte. La situazione rimane delicata, e il futuro della Striscia di Gaza dipende da una serie di fattori interconnessi, tra cui il supporto della comunità internazionale e la volontà di dialogo tra le parti in conflitto.
