Il 15 gennaio 2025, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione storica riguardante la Striscia di Gaza, con il sostegno degli Stati Uniti e l’astensione di Russia e Cina. La proposta, che prevede un piano di pace elaborato dall’ex presidente Donald Trump, ha ricevuto 13 voti favorevoli, autorizzando la creazione di una forza internazionale di stabilizzazione destinata a disarmare Hamas e garantire una transizione verso la pace nella regione. L’ambasciatore americano all’Onu, Mike Waltz, ha definito questo evento come un momento significativo per la diplomazia internazionale.
Il piano di pace e il suo significato
La risoluzione approvata rappresenta un passo cruciale nel lungo processo di pace per la Striscia di Gaza. Il piano di pace di Donald Trump, noto come “Board of Peace”, sarà presieduto dallo stesso ex presidente e includerà figure di spicco a livello globale. Trump ha espresso la sua soddisfazione per l’approvazione della risoluzione, sottolineando l’importanza di questo momento nella storia delle Nazioni Unite. Ha ringraziato i membri del Consiglio di Sicurezza, tra cui Cina, Russia, Francia, Regno Unito e altri Paesi che hanno supportato l’iniziativa, come Qatar, Egitto e Arabia Saudita. La risoluzione è vista come un’opportunità per porre fine a decenni di conflitti e per realizzare una pace duratura nella regione.
Le posizioni di Mosca e Pechino
Nonostante il sostegno della maggior parte dei membri del Consiglio, Russia e Cina hanno scelto di astenersi dal voto. Mosca aveva presentato una bozza alternativa che non menzionava la smilitarizzazione di Gaza e si opponeva alla permanenza di Israele oltre la linea gialla. Questa posizione riflette le preoccupazioni di entrambi i Paesi riguardo alla gestione della crisi e alla sovranità palestinese. La bozza di risoluzione è stata rinegoziata per facilitare il voto di Mosca e Pechino, ma alla fine, la pressione dei Paesi arabo-musulmani e dell’Autorità Palestinese ha contribuito a garantire l’approvazione del testo.
Le reazioni alla risoluzione
Le reazioni alla risoluzione non si sono fatte attendere. Hamas, insieme ad altre fazioni palestinesi, ha condannato la proposta, affermando che essa rappresenta un tentativo di imporre una tutela straniera sulla regione e che serve gli interessi di Israele. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ribadito la sua opposizione alla creazione di uno Stato palestinese, promettendo di smilitarizzare Gaza con determinazione. Nel frattempo, in Israele, si sono verificati scontri tra coloni e forze di polizia, evidenziando le tensioni interne al Paese riguardo all’evacuazione di avamposti illegali in Cisgiordania.
La situazione a Gaza rimane complessa e delicata, con l’implementazione della risoluzione che potrebbe rivelarsi una sfida significativa. La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi futuri, mentre le aspettative per una pace duratura continuano a crescere.
