Non Una di Meno: sabato in corteo a Roma, da Piazza del Popolo a San Giovanni

Marianna Perrone

Novembre 17, 2025

Sabato 22 novembre 2025, Roma si prepara ad accogliere una manifestazione indetta da Non Una di Meno in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Con lo slogan “Sabotiamo guerre e patriarcato“, il gruppo di attiviste si riunirà per dare voce a una causa di fondamentale importanza.

Dettagli della manifestazione

Il ritrovo è fissato per le 14.30 in piazza della Repubblica, da dove il corteo avrà inizio alle 15. Il percorso si snoderà attraverso viale Luigi Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, piazza dell’Esquilino, via Liberiana, piazza Santa Maria Maggiore, via Merulana e piazza di Porta San Giovanni. In aggiunta, per il 25 novembre sono previste manifestazioni in diverse città italiane, con cortei e iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica.

Preoccupazioni delle promotrici

Le promotrici della manifestazione hanno espresso preoccupazione per la crescente violenza patriarcale, che, a loro avviso, è diventata parte integrante delle politiche governative. “In un paese che si prepara al riarmo, approfondendo disuguaglianze e discriminazioni, la violenza patriarcale è normalizzata dalla produzione ossessiva di misure e leggi misogine e transfobiche“, hanno dichiarato.

Dati allarmanti

I dati forniti dall’Osservatorio di Non Una di Meno sono allarmanti: si registrano 78 femminicidi, 3 suicidi indotti di donne, 2 suicidi di ragazzi trans e 1 suicidio indotto di una persona non binaria, insieme a un suicidio di un ragazzo. Questi numeri, sebbene significativi, non riescono a rappresentare appieno l’ampiezza della violenza quotidiana e strutturale. Le attiviste avvertono che l’approccio punitivista del Governo è solo una facciata, utilizzata per mascherare attacchi ai centri antiviolenza e alle metodologie femministe di prevenzione e supporto.

Richieste delle attiviste

Non Una di Meno scende in piazza anche per rivendicare una scuola libera da condizionamenti e diktat, per la libertà di ricerca e insegnamento, e per l’educazione sessuo-affettiva, che deve partire dalla scuola dell’infanzia fino all’università. Le attiviste si oppongono alla manovra finanziaria attuale e chiedono il diritto all’autodeterminazione dei corpi e dei popoli, affermando con forza: “Noi la guerra non la paghiamo! Né complici né vittime della conversione bellica”.

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