Il Calendario Pirelli: un racconto che affonda le radici nei Beatles

Marianna Perrone

Novembre 15, 2025

La storia del Calendario Pirelli è avvolta da un’aura di curiosità e innovazione, legata a nomi iconici come i Beatles. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, “The Cal”, come viene artisticamente definito, non ha origini italiane, ma è frutto di un’iniziativa della Pirelli UK Ltd, la filiale britannica del noto gruppo milanese. Nel 1964, i dirigenti inglesi, in cerca di una strategia di marketing per contrastare la concorrenza locale, commissionarono al fotografo Robert Freeman, celebre per i suoi ritratti dei Beatles, di creare un progetto originale sotto la supervisione di Derek Forsyth. Questo lavoro ha dato vita a un prodotto editoriale di lusso, con sfumature artistiche e culturali che hanno superato i confini della moda e del glamour. Il Calendario Pirelli è stato uno dei pionieri nel campo del brand marketing, diventando un simbolo di auto-promozione e un precursore del corporate gadget.

Le edizioni del Calendario Pirelli

Dal 1964 al 2026, il Calendario Pirelli ha visto la luce in 52 edizioni, realizzate da 41 fotografi diversi. La sua evoluzione può essere suddivisa in quattro fasi distinte.

Il primo periodo: 1964-1974

Il primo periodo, dal 1964 al 1974, è caratterizzato dall’emergere di “The Cal” in un contesto culturale ricco di cambiamenti, come il successo dei Beatles e la contestazione giovanile. Durante questi anni, il Calendario si allontana dalla sua iniziale funzione di gadget aziendale per diventare un oggetto esclusivo, destinato a un pubblico selezionato. Le modelle, spesso giovani esordienti, venivano immortalate in scenari esotici, ma con una forte connotazione culturale. Nel 1968, il fotografo Harri Peccinotti trae ispirazione dalle poesie di autori come Elizabeth Barrett Browning e Allen Ginsberg, mentre nel 1972 Sarah Moon diventa la prima fotografa donna a contribuire al progetto, infrangendo tabù del suo tempo. La sospensione delle pubblicazioni nel 1974 genera un notevole clamore mediatico, testimoniando il successo crescente del Calendario, che continua a vivere attraverso libri e antologie.

Il secondo periodo: 1984-1994

Nel secondo decennio, dal 1984 al 1994, il Calendario rinasce grazie a Martyn Walsh, il nuovo art director. La sua direzione artistica reintroduce elementi legati al prodotto principale del gruppo, il pneumatico. Nel 1987, Terence Donovan realizza il primo Calendario dedicato alle donne di colore, mentre nel 1990 Arthur Elgort presenta la prima edizione in bianco e nero. Nel 1993, dopo un cambio al vertice, il Calendario diventa uno strumento chiave per comunicare l’immagine rinnovata di Pirelli, abbandonando ogni riferimento ai pneumatici e affermandosi come pura espressione artistica.

Il terzo periodo: 1994-2015

Il terzo periodo, dal 1994 al 2015, segna un’ulteriore evoluzione con la realizzazione di edizioni iconiche. Herb Ritts apre la nuova stagione con un omaggio alle donne degli anni Novanta, mentre il legame con il mondo della moda diventa sempre più forte. Le edizioni di questo periodo vedono protagoniste modelle di fama internazionale, con scatti che celebrano la bellezza e la sensualità. Il Calendario diventa un simbolo di status per le modelle, che ambiscono a comparire tra le sue pagine.

Il quarto periodo: dal 2016 a oggi

Dall’edizione 2016 a oggi, il Calendario Pirelli ha intrapreso un percorso di rinnovamento. Annie Leibovitz, nel 2016, ritrae 13 donne di successo in vari ambiti, mentre Peter Lindbergh, nel 2017, propone una visione di bellezza più autentica e reale. Ogni anno, “The Cal” si evolve, affrontando tematiche contemporanee e rappresentando la bellezza attraverso prospettive diverse. Per il 2025, il fotografo Ethan James Green esplorerà la sensualità e la ricerca della bellezza, riprendendo le radici del progetto. L’edizione 2026, affidata a Sølve Sundsbø, si concentrerà sulla connessione tra l’essere umano e la natura, con undici protagoniste che simboleggiano gli elementi naturali.

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