Incastonata tra le maestose montagne del Messico centrale, la città di Guanajuato si erge a duemila metri di altitudine, presentandosi come un’opera d’arte barocca. Le sue case dai toni pastello si arrampicano lungo i versanti di un profondo canyon, attraversato da 3.000 vicoli, noti come callejones, e da un intricato sistema di tunnel sotterranei che si estende per 14 chilometri. Le strade ripide sono animate dai profumi avvolgenti del mais tostato, venduto dai chioschi che punteggiano il paesaggio urbano.
I venditori locali offrono una varietà di specialità gastronomiche, tra cui torte, chicharrón ed enchiladas, invitando i visitatori a scoprire il street-food della zona. Tuttavia, oltre alla vibrante estetica che ha portato Guanajuato a essere riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, si cela una storia profonda che ha contribuito a definire l’identità dell’intero Messico.
La fondazione di Guanajuato risale a un periodo in cui l’aspirazione alla scoperta di minerali preziosi divenne il motore della sua crescita. Nel XVIII secolo, gran parte delle monete mondiali erano coniate con l’argento estratto dalle sue miniere. Questa ricchezza ha dato origine a una società precapitalistica, caratterizzata da una forte inclinazione verso l’arte e il pensiero libero.
Lo storico Eduardo Vidaurri, dell’Università di Guanajuato, sottolinea l’importanza di questa città come centro di produzione culturale e politica, affermando che ha rappresentato un fulcro per il pensiero della libertà nazionale. Da queste terre è partita la spinta verso l’indipendenza dalla Spagna, in un contesto urbano che si arricchì di edifici maestosi, come il Teatro Juárez.
Il festival internazionale cervantino
Oggi, l’anima idealista di Guanajuato trova la sua massima espressione nel Festival Internazionale Cervantino, uno degli eventi culturali più significativi a livello globale. Nato negli anni ’70, il festival celebra tutte le forme d’arte, creando un’importante piattaforma per la cultura. José Oswaldo Chávez Rodríguez, direttore universitario della divulgazione culturale, ricorda come l’idea di un festival dedicato a Cervantes sia emersa per celebrare l’universalità della lingua e del pensiero.
Hugo Gamba, direttore del teatro universitario, evidenzia come il festival abbia trasformato Guanajuato in una città cosmopolita, attirando artisti e spettatori da ogni parte del mondo. Ogni anno, a metà ottobre, la città si trasforma nella capitale culturale del Messico. Gabriela Morales, direttrice della programmazione, afferma che il festival ha dimostrato come la cultura possa cambiare l’immagine di un luogo e unire le persone.
Al calar della sera, il suono di un quartetto si mescola al brusio dei passanti, mentre i tacchi dei visitatori risuonano sul selciato lucido. Tra le tradizioni più amate ci sono le callejoneadas, serenate itineranti eseguite da studenti in costume. Guanajuato è una città da vivere all’aperto, con i suoi bar a conduzione familiare e le piazze ombreggiate da ficus sagomati.
San Miguel de Allende: un’altra faccia del Messico
A un’ora e mezza di distanza, San Miguel de Allende racconta una storia simile, ma con un tocco più raffinato e cosmopolita. Anch’essa Patrimonio dell’Umanità, la città fu un importante crocevia commerciale e divenne un rifugio per artisti e rivoluzionari. Dalí Amaro, guida locale, ricorda come negli anni ’40 il governo degli Stati Uniti inviò qui i veterani di guerra per studiare arte.
Oggi, San Miguel de Allende conta circa 20.000 residenti stranieri, per lo più statunitensi e canadesi, su un totale di 110.000 abitanti. Questo afflusso ha portato a un aumento dei prezzi immobiliari e del costo della vita, costringendo molti lavoratori a trasferirsi nelle periferie. Il centro è costellato di gallerie, atelier e spazi creativi come la Fábrica La Aurora, un ex complesso industriale che ospita artisti e artigiani.
Il sole splendente illumina i tavoli da lavoro nel giardino, dove la pittrice Giselle Macías Vázquez osserva che, mentre a Guanajuato gli artisti si formano, qui trovano un luogo in cui vivere e creare. San Miguel de Allende si presenta come un’oasi dall’atmosfera familiare, resistendo per ora all’over-tourism.
In sintesi, Guanajuato e San Miguel de Allende rappresentano due anime complementari di un Messico che ha saputo trasformare le sue radici indigene e il duro lavoro in un palcoscenico di bellezza condivisa.
