Mail shock di Epstein: ‘Trump a casa mia con Giuffre’, replica del presidente Usa: ‘È una bufala’

Egidio Luigi

Novembre 13, 2025

Un mese prima dell’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin a Helsinki, avvenuto nel 2018, Jeffrey Epstein tentò di comunicare con un alto diplomatico russo per suggerire un possibile dialogo sul presidente americano. Secondo quanto riportato da Politico, un’email inviata il 24 giugno 2018 a Thorbjorn Jagland, ex primo ministro norvegese e all’epoca presidente del Consiglio europeo, contiene il consiglio di Epstein di far parlare il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, con lui per ottenere informazioni su Trump. Epstein, in altre comunicazioni, menzionò di aver discusso di Trump con Vitaly Churkin, l’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, deceduto nel 2017.

Le accuse di Epstein e le reazioni politiche

Le email di Epstein, che affermano che “Trump sapeva delle ragazze” e che “Virginia Giuffre ha trascorso ore a casa mia con lui”, hanno riacceso le polemiche intorno al tycoon. La situazione si complica ulteriormente per Trump, già sotto pressione per il coinvolgimento di Epstein, con la diffusione di alcune comunicazioni da parte dei Democratici della commissione di vigilanza della Camera. Questi messaggi, scambiati con Ghislaine Maxwell, ex complice di Epstein, e con il giornalista Michael Wolff, mettono in discussione non solo la versione di Trump, ma anche quella di Maxwell, che sta cercando di ottenere una revisione della sua condanna, negando qualsiasi coinvolgimento in attività illecite.

I Democratici hanno colto l’occasione per attaccare Trump, evidenziando le frasi compromettenti di Epstein. Robert Garcia, deputato e membro di spicco della commissione di vigilanza, ha sollevato interrogativi su cosa la Casa Bianca stia nascondendo riguardo al rapporto tra Epstein e il presidente. In risposta, la Casa Bianca ha accusato i Democratici di orchestrare una campagna diffamatoria. La portavoce Karoline Leavitt ha affermato che le email sono state selettivamente diffuse per costruire una narrazione falsa contro Trump, ribadendo che il presidente aveva allontanato Epstein dal suo club Mar-a-Lago per comportamenti inappropriati.

Le dichiarazioni di Trump e le conseguenze

La reazione di Trump non si è fatta attendere e, tramite il suo profilo Truth, ha commentato le accuse dei Democratici, definendo la questione Epstein come una “bufala”. Ha sottolineato che i Democratici cercano di distogliere l’attenzione dai loro fallimenti nella gestione del governo e da altre problematiche. Questa posizione è condivisa dai Repubblicani, che hanno recentemente pubblicato 23.000 pagine di documenti legati a Epstein, una manovra per rispondere alle critiche e per placare la base del partito, infuriata per la mancanza di trasparenza riguardo ai documenti di Epstein.

La tensione politica si intensifica ulteriormente, con lo speaker della Camera, Mike Johnson, che ha posticipato il giuramento della nuova deputata democratica Adelita Grijalva. Questo ritardo potrebbe influenzare una votazione su una proposta di legge che richiede la pubblicazione integrale dei documenti dell’amministrazione Trump relativi a Epstein, proposta che la Casa Bianca continua a contestare.

Il passato di Trump e le nuove rivelazioni

Trump aveva cercato di distanziarsi dal caso Epstein, affermando di aver interrotto i rapporti con lui nel 2004, dopo averlo cacciato da Mar-a-Lago per comportamenti inappropriati. Tuttavia, non ha mai riconosciuto di essere a conoscenza di abusi sessuali, nemmeno su minorenni. Recentemente, sono emerse nuove email compromettenti, tra cui una lettera inviata a Epstein in occasione del suo compleanno, che alimentano ulteriormente le speculazioni sul coinvolgimento di Trump.

Le comunicazioni rivelate da New York Times e CNN, risalenti a dopo il controverso accordo del 2008 tra Epstein e la giustizia della Florida, aggiungono un ulteriore strato di complessità alla situazione. In una mail del 2011, Epstein scriveva a Maxwell che “il cane che non ha abbaiato è Trump” e menzionava come Virginia Giuffre avesse trascorso tempo con lui senza che il suo nome fosse mai stato menzionato dalle autorità. Maxwell ha risposto di aver avuto le stesse riflessioni, suggerendo un possibile scenario di copertura che coinvolgerebbe Trump, alimentando ulteriormente le voci su una sua presunta collaborazione con l’FBI.

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