Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha inaugurato i lavori della Cop 30 a Belem il 24 agosto 2025, sottolineando l’urgenza di una governance globale più efficace per affrontare la crisi climatica. Durante il suo intervento, Lula ha evidenziato la necessità di tradurre le parole in azioni concrete, proponendo la creazione di un Consiglio per il clima legato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, al fine di dare la giusta importanza politica alla questione.
Appello all’azione
Lula ha affermato che, sebbene si stia procedendo nella direzione giusta, la velocità delle azioni intraprese è insufficiente. Ha avvertito che, con il ritmo attuale, si prevede un aumento della temperatura globale di oltre un grado e mezzo, una soglia che rappresenta un rischio inaccettabile. Il presidente ha suddiviso il suo Appello all’Azione in tre parti distinte, ognuna delle quali rivolta a specifici gruppi di attori internazionali.
Impegni nazionali
Nella prima parte del suo appello, Lula ha esortato i Paesi a rispettare i propri impegni, sottolineando l’importanza di formulare e attuare contributi determinati a livello nazionale che siano ambiziosi. Ha insistito sulla necessità di garantire finanziamenti adeguati, trasferimento di tecnologia e formazione per i Paesi in via di sviluppo, così come sull’importanza di prestare attenzione all’adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici.
Azioni per il clima
In una seconda fase, il presidente brasiliano ha invitato i leader mondiali a intensificare le azioni per il clima. Ha sottolineato la necessità di sviluppare roadmap che permettano all’umanità di superare in modo equo e pianificato la dipendenza dai combustibili fossili, fermare e invertire la deforestazione e mobilitare risorse per questi obiettivi. Lula ha ribadito che una governance globale più solida è fondamentale affinché le parole si traducano in azioni concrete.
Persone al centro
Infine, Lula ha esortato la comunità internazionale a mettere le persone al centro dell’agenda climatica. Ha avvertito che il riscaldamento globale potrebbe portare milioni di persone alla fame e alla povertà , compromettendo decenni di progressi. Ha sottolineato l’impatto sproporzionato dei cambiamenti climatici su donne, migranti e gruppi vulnerabili, evidenziando l’importanza di considerare questi aspetti nelle politiche di adattamento. Infine, ha richiamato l’attenzione sul ruolo cruciale delle popolazioni indigene e delle comunità tradizionali nella mitigazione dei cambiamenti climatici, ricordando che in Brasile oltre il 13% del territorio è riservato a tali comunità , un dato che potrebbe essere ancora insufficiente.
