La Procura richiede la concessione della libertà vigilata per Sarkozy

Egidio Luigi

Novembre 10, 2025

La procura di Parigi ha avanzato la richiesta di liberazione e di libertà vigilata per l’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, attualmente detenuto nel carcere di La Santé. Questo provvedimento, che include il divieto di contatti con altri imputati e testimoni coinvolti nel caso legato alla Libia, è stato motivato dalla necessità di garantire l’integrità delle indagini. Gli inquirenti hanno sottolineato che, nonostante la gravità delle accuse e la potenziale entità della pena, la decisione deve basarsi esclusivamente sui criteri stabiliti dall’articolo 144 del Codice di procedura penale francese. Tale articolo specifica le condizioni che giustificherebbero la detenzione provvisoria, come il rischio di inquinamento delle prove e la possibilità di contatti con altri soggetti coinvolti nel procedimento.

Udienza a Parigi

Durante l’udienza tenutasi a Parigi, Nicolas Sarkozy ha ribadito la sua estraneità ai fatti, affermando: “Voglio che ci si convinca di una cosa: non ho mai avuto l’idea folle di chiedere al signor Gheddafi qualsiasi finanziamento. Mai riconoscerò qualcosa che non ho commesso.” L’ex presidente ha espresso il suo disappunto per la situazione, descrivendo l’esperienza della detenzione come “un incubo” e “estenuante”. Ha anche dichiarato di aver risposto con puntualità a tutte le convocazioni delle autorità giudiziarie, sottolineando l’impatto emotivo e psicologico che la reclusione ha avuto sulla sua vita.

Descrizione della prova

Sarkozy ha continuato a descrivere la durezza della prova che sta affrontando, evidenziando come non avrebbe mai immaginato di arrivare a 70 anni e trovarsi in carcere. La sua testimonianza, intrisa di emozione, ha messo in luce il peso di una situazione che ha sconvolto la sua vita e la sua carriera politica. L’udienza ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, con molti che seguono da vicino l’evoluzione di questo caso che coinvolge un ex leader di stato e le sue presunte connessioni con il regime di Gheddafi.

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